Nel tempo sospeso acquisti fra km 0 e i km 1.000
Avanti, si riprende. E vedremo come andrà a finire. Sarà meglio di come si teme (penso io) ma non si può mai dire. I negozi e le fabbriche che si riavviano possono sin d’ora suggerire alcune cose viste e annusate nelle passate settimane di forzata costrizione domestica.
Impressioni che si misurano con i dati. Se c’è una cosa che un po’ tutti abbiamo constatato in queste settimane è che i cosiddetti negozi di vicinato sono molto comodi, magari con assortimento limitato, ma un po’ tutti abbiamo capito che fin che hai un negozio sotto casa (per quanto piccolo) non muori di fame e puoi persino cavarti qualche sfizio. La seconda cosa che in tanti si è sperimentato è l’esatto opposto: gli acquisti on line, per molti fatti per la prima volta, e per molti di più fatti per la prima volta se si tratta di acquisti alimentari on line.
Ci si è mossi fra il Km.0 e il Km.1000. Ognuno misurerà il livello della propria soddisfazione. Tralascio il tema dell’online. Ma la storia dei piccoli negozi è bella tanto, è una rivincita. Hanno riavuto un loro momento di gloria. E se non ci fossero stati? Ergo: non bisogna chiedersi perchè i piccoli chiudono. È chiaro perchè chiudono: perchè non entra gente, si perdon clienti. Ma questo è un rischio per tutti noi.
Anche loro - i piccoli negozi - dovrebbero imparare qualcosa, capire che, in molti casi, esser piccoli è uno stato mentale prima ancora che di cassetto. So di gente - piccola - che si è decisa a fare il suo servizio a domicilio raccogliendo le richieste anche on line (Facebook) e ci sono possibilità di fare piccoli siti a 4-5 euro al giorno per servire il circondario. Non sono cose impossibili: bisogna decidere che si vuol continuare a fare quello che, un tempo orgogliosamente, si chiamava bottegaio. E oggi potrebbe diventare il bottegaio 4.0.
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