Nei campi arrivano i bio-robot che puliscono senza inquinare
Si chiama Dino. È un robot biologico, con quattro motori elettrici, che grazie ai satelliti riesce a muoversi in autonomia nei campi di orticole per ripulire i terreni senza inquinare e nel pieno rispetto dell'ambiente. Consorzi Agrari Italiani lo ha recentemente presentato. Esempio di tecnologia totalmente sostenibile, «Dino» - è in grado di trattare quattro ettari di terreno al giorno - introduce il concetto di diserbo meccanico perché in grado di lavorare i campi senza l'utilizzo di prodotti chimici. Agricoltura 4.0, smart farming, droni, precision farming, robotica: sono i termini delle nuove tecnologie che stanno entrando nella quotidianità delle aziende agricole bresciane.
«L'applicazione - dice Denis Pantini di Nomisma - permette non solo di recuperare efficienza grazie a risparmi nei costi di produzione che, per colture estensive possono arrivare fino al 15% a ettaro, ma anche una maggiore produttività che può giungere a un +10%. Il che si traduce non solo in un incremento di redditività per l'agricoltore (sostenibilità economica) ma anche in un minor impatto ambientale».
Un recente studio della Commissione UE ha però messo in luce anche aspetti di freno allo sviluppo: tra le aziende europee, il primo ostacolo all'utilizzo dell'agricoltura di precisione (e 4.0) sono le ridotte dimensioni aziendali, il costo di accesso ma anche la ridotta conoscenza. Nel Bresciano la realtà è meno appiattita sui report europei: la grande maggioranza delle imprese agricole hanno già effettuato investimenti importanti in innovazione, rendendole più moderne e competitive, migliorando la qualità dell'occupazione e tutelando chi ci lavora, oltre che valorizzando il prodotto. Basti pensare al grande successo del nuovo credito d'imposta, partito alla fine dello scorso anno, che ha già permesso a centinaia di aziende agricole bresciane di investire in innovazione e mettere in atto procedure 4.0.
In particolare, sono due i settori nei quali si sta investendo. Per quanto attiene le coltivazioni vegetali, i fari sono puntati sulla sensoristica sui mezzi agricoli, su apparecchiature, software e applicazioni per effettuare la semina e i trattamenti sanitari di precisione, anche collegandoli con il gps. Mentre negli allevamenti si punta su attrezzature per il benessere animale, per il microclima nelle stalle (raffrescamento, ventilatori ecc.) e robot per la mungitura.
In agricoltura si stanno affacciando i droni nelle campagne, utilizzati soprattutto per effettuare alcuni trattamenti, anche se perlopiù si tratta ancora di sperimentazioni. «Oggi si parla sempre di più di agricoltura e di agricoltori 4.0 - afferma Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia e membro del cda di InnexHub -, che utilizzano quotidianamente strumentazione tecnologiche e metodologie di coltivazione innovative. Pensiamo a tutto il comparto della sensoristica sui mezzi agricoli, i software per la semina e i trattamenti di precisione, i robot nelle stalle e tutto il resto. L'agricoltore oggi è un imprenditore a 360 gradi, che deve avere una base di competenze anche nel settore delle nuove tecnologiche, oltre che un'elevata preparazione tecnica in campo agricolo. Oggi è sempre più necessario sostenere i processi innovativi che possono generare un miglioramento degli standard produttivi in tutte le imprese, grandi e piccole».
In questa logica si moltiplicano anche le iniziative per accendere i fari su quanto si concretizza nei campi. C'è l'esempio della Coldiretti che puntualmente ogni anno consegna gli Oscar Green ai giovani che fanno innovazione salvando il clima, combattendo gli sprechi e inventandosi il lavoro.
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