Nature 4.0, l'app unica al mondo che fa parlare gli alberi
Una startup innovativa, insediata in Polo Meccatronica a Rovereto, nata per iniziativa di un biofisico, professore universitario, che sta per ampliare l’organico con tecnici dell’automazione industriale e consulenti in ingegneria informatica. Si chiama Nature 4.0, perché non è solo l’industria ad essere diventata intelligente: anche la natura, sempre più esposta ai cambiamenti climatici e alle loro conseguenze, ha bisogno di soluzioni smart.
Nature 4.0 è specializzata nella realizzazione di sensori e sistemi connettivi che permettono monitoraggio, raccolta dati, rilevazione di parametri sul mondo naturale: alberi, clima, mari e oceani. Dati fondamentali per prevenire schianti, incendi, fitopatologie, danni da fenomeni atmosferici sempre più intensi ed estremi. Il fondatore, Riccardo Valentini: «Abbiamo scelto il Trentino per i suoi asset naturali straordinari e il sistema efficiente e dinamico di sostegno alla ricerca e all’impresa».
Riccardo Valentini, biofisico, è un professore universitario di ecologia all’Università della Tuscia (Viterbo), con esperienze a Stanford, Berlino, Mosca e all’Ispra e una collaborazione con la Fondazione Edmund Mach, attraverso la quale ha conosciuto il sistema trentino della ricerca e del trasferimento tecnologico. Con un’altra docente universitaria di ecologia applicata, Simona Castaldi, dell’Università della Campania (Caserta), ha dato vita nel 2018 ad una startup, Nature 4.0, che si è recentemente insediata in Polo Meccatronica di Rovereto, l’incubatore hi-tech di Trentino Sviluppo. Micaela Onorati è amministratrice della società, che al primo dipendente, Michael Gobbi, tecnico dell’automazione industriale, originario di Arco, sta per affiancare altre unità lavorative: almeno un altro tecnico e un consulente in ingegneria informatica.
Nature 4.0 è una startup innovativa e anche una benefit corporation: è riconosciuto, cioè, il suo valore etico, in questo caso in campo ambientale. I sensori ideati e prodotti da Nature 4.0, infatti, sono un occhio intelligente che aiuta la natura a difendersi dal cambiamento climatico e dai rischi connessi. Facendo parlare gli alberi. «Il nostro prodotto di punta - spiega Riccardo Valentini - si chiama Tree Talker, una serie di sensori miniaturizzati a basso consumo che vengono applicati agli alberi, solitamente a un’altezza di 130 centimetri, in grado di monitorare di continuo, attraverso la raccolta di molti dati e parametri, lo stato di salute degli alberi e dell’ambiente circostante».
Ecco alcuni valori fotografati dalla tecnologia di Nature 4.0: quantità di acqua consumata, di anidride carbonica assorbita, crescita della biomassa, colore delle foglie (grazie a un occhio iperspettrale). Quest’ultimo parametro, ad esempio, è indicativo dell’eventuale presenza di parassiti o malattie. Ma un accelerometro percepisce anche il grado di stabilità dell’albero, le sue oscillazioni in caso di forte vento.
I clienti della startup roveretana sono università e centri di ricerca italiani e internazionali: cinesi, canadesi, svizzeri, serbi, polacchi, russi, spagnoli, inglesi. Ci sono poi clienti privati, come aziende agricole e imprese specializzate nel verde urbano. La municipalità della capitale russa, Mosca, ha avviato con i sensori di Nature 4.0 il monitoraggio di 250 alberi situati in ambito urbano. L’obiettivo è risparmiare sulle lunghe, complesse e meno efficaci ispezioni visive compiute dai tecnici del verde urbano.
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