«Mille tablet alle scuole perchè il digitale passa dai giovani»
«Vorrei fare una cosa. Comprare mille tablet, farci incidere dietro la scritta "Gli imprenditori sono interessati alla tua formazione" e poi regalarli alle scuole. Se trovo altri nove imprenditori disponibili lo faccio, sono 30 mila euro ad azienda, un investimento sostenibile dato il ritorno».
Dietro questa volontà di Silvano Lancini, presidente di Smeup, si cela un preciso disegno che l’azienda specializzata in accompgnamento nella trasformazione digitale sta declinando sotto vari aspetti. «La tecnologia è solo uno strumento per accedere alla cultura, intensa in senso lato» rimarca Lancini, delineando quello che per Smeup significa digital transformation.
«È un concetto che abbraccia tutti gli aspetti di un’organizzazione, il modo in cui le persone lavorano, i processi di lavoro quotidiani e le strategie di business - spiega il presidente del gruppo con quartier generale a Erbusco (conta 15 sedi in Italia, 530 collaboratori e 73 milioni di euro di ricavi nel 2021) -. Il periodo Covid ci ha inoltre fatto valorizzare ancor di più il fattore umano, sia per quanto riguarda i nostri collaboratori, sia i nostri clienti. Temevamo contraccolpi per i crediti e il rispetto dei pagamenti, invece abbiamo addirittura migliorato la situazione. Anche nella difficoltà abbiamo respirato aria di fiducia: il tessuto imprenditoriale bresciano ha tanta energia, dobbiamo unire le forze per competere nel mondo».
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E la formazione percorre tutto il processo enunciato da Lancini, una formazione che guarda all’esterno in cerca di talenti e professionisti ma anche all’interno.
Non stupisce perciò che Smeup, che nel 2020 ha scorporato il polo dedicato a infrastruttura informatica, cloud e cybersecurity denominato Smeup Ics, abbia identificato nell’aggregazione aziendale un fattore determinante per crescere in termini di professionalità interne e quindi rispondere in modo più efficace alle richieste e ai bisogni dei clienti. «L’atteggiamento di "aggregare" è più rispettoso dei soggetti che si relazionano - conferma Lancini -. Implica l’accettazione dell’azione che si esercita, suggerisce coinvolgimento attivo invece di costrizione e si contrappone al concetto di sudditanza tipico di un mero scambio di denaro».
Parlare di sostenibilità, in questo caso sotto un profilo più etico ed economico che ambientale, non pare quindi azzardato. «La sostenibilità va vissuta e abbracciata pienamente - conferma l’imprenditore -. Non basta dire:"Quote rosa? Assumiamo un po’ di donne". Bisogna che una mamma percepisca la gioia del proprio capo quando annuncia una maternità, non che sia preoccupata che ciò generi attriti».
Un ultimo esempio di sostenibilità Lancini lo fa citando la campagna «Io pago i fornitori», promossa da Becom e Confindustria Brescia. «Collaborare e fare rete sono elementi imprescindibili per valorizzare, recuperare e realizzare progetti, anche e soprattutto in ottica It».
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