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Manutenzione predittiva: alla Bie focus e dimostrazione

La rassegna (23-25 maggio) è un appuntamento per vedere dal vivo le applicazioni del 4.0
  • L'incontro sulla manutenzione predittiva al GdB
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AA

Fra i temi più gettonati del 4.0 c’è la manutenzione predittiva. Il senso lo si capisce subito: come e cosa fare perchè una macchina o un impianto non si blocchi all’improvviso. C’è un sistema per capire prima il problema e quindi evitare un fermo improvviso? Vale per le macchine quel che vale per gli umani: dei check up possono dire che qualcosa non va? Sì, i sistemi ci sono. La cosa vale anche per le macchine. Con software, qualche attrezzatura e un po’ di esperienza si riesce a capire in anticipo quel che non va in una macchina. E quindi si cambia il pezzo prima che l’anomalia scoppi. E la produzione va avanti.

 

 

La manutenzione predittiva è stato il tema al centro di un incontro in sala LIbretti nei giorni scorsi. Incontro promosso dalla Bie, la Brescia Industrial Exibition, rassegna delle tecnologie meccaniche e dei metalli, che si tiene (questa è la quinta edizione) il 23-24 e 25 maggio prossimi a Montichiari, e incontro che rientra nella serie promossa dal nostro gruppo editoriale per spiegare, capire, dibattere delle nuove tecnologie 4.0 che stanno entrando nelle fabbriche. Ne hanno parlato Silvano Monteverdi e Carlo Miotto (organizzatori della Bie), Giulia Baccarin (titolare del gruppo salodiano Mipu Predictive Analytics Hub e di I-care) e Cinzia Pollio (direttore di Isfor Formazione e Ricerca).

 

GDB 4.0: MANUTENZIONE PREDITTIVA

 

Sorpresa della serata è stato scoprire che nel Bresciano, come accennato prima è nato e poi è rapidamente cresciuto un gruppo che ha ormai valenza europea nella manutenzione predittiva: I-care, una società che fa capo a Mipu, ha sedi, oltre che a Salò, in Germania, Belgio, Francia,Polonia, Sud Corea e Svizzera, con circa 300 addetti (in buona parte ingegneri). Avremo occasione di riparlarne. Restando all’oggetto della serata: I-care, come dice la traduzione, sta per «ho a cuore», m’interessa - come scriveva a lettere cubitali don Lorenzo Milani. «Ho a cuore» vale per la cura dell’anima, dei corpi e - hoplà - per le macchine.

Non ci si scappa, ha ricordato la Baccarin: per avere buoni algoritmi in grado di predire inghippi alle macchine servono buoni dati. Bisogna partire dall’abc convinti che i dati fanno girare il mondo. Capire che bisogna raccoglierli, come raccoglierli, cosa farne eccetera. Con questi si fanno algoritmi, e quindi programmi, che dicono come stanno le macchine. Intelligenza diagnostica, l’ha definita la Giulia Baccarin, che potrete incontrare alla BIE dove potrete anche verificare la qualità dei programmi di I-care-Mipu applicati alle macchine. E quindi serve un po’ di scuola. E quindi, ancora una volta, non ci si scappa: per avere buoni dati e sapere che farne eccetera eccetera, serve quella che sinteticamente chiamiamo formazione.

In fiera, negli spazi speech affidati a Isfor, si parlerà anche di questo. Per esempio: dal 14 maggio al 18 giugno prossimi, Isfor tiene la prima edizione di un corso su Big Data e Data Analytics. Un corso - ha detto la Pollio - di alta formazione a costi contenuti. Una opportunità che andrebbe attentamente considerata». Se davvero si ritiene che senza dati non si va da nessuna parte dovrebbe essere un corso preso d’assalto.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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