Macchinari sempre più vecchi, ma cresce l'automazione
Il parco macchine utensili e sistemi di produzione installato nell'industria italiana risulta più vecchio di quello di cinque anni fa. In particolare, nel 2019, l'età media dei macchinari di produzione presenti nelle imprese metalmeccaniche del paese è risultata la più alta mai registrata. È quanto emerge dalla ricerca «Il Parco macchine utensili e sistemi di produzione dell'industria italiana» ideata da Ucimu-sistemi, che raggruppa i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, in collaborazione con Fondazione Ucimu, realizzata con il contributo di Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di Ice Agenzia e Unioncamere. Di contro cresce il grado di automazione e integrazione degli impianti, segno che le misure di incentivo alla competitività in materia 4.0 hanno avuto i primi effetti.
L'indagine, effettuata di solito con cadenza decennale e giunta alla sesta edizione, arriva invece ad appena cinque anni dalla precedente, con l'obiettivo di misurare i primi effetti della politica industriale 4.0. L'età media del parco macchine installato nelle fabbriche, emerge dalla ricerca, è risultata pari a 14 anni e 5 mesi, in crescita di 1 anno e 9 mesi rispetto alla precedente rilevazione quando il dato era risultato già decisamente poco brillante. Si tratta dell'età più alta mai registrata dal 1975. Questo dato dimostra che l'industria italiana non riesce ad abbassare l'età media del suo parco macchine e ciò desta evidente preoccupazione.
Rispetto alle due rilevazioni precedenti (2005 e 2014), secondo l'ultima ricerca di Ucimu cresce nettamente la quota di macchine utensili con un'età superiore ai 20 anni, risultata pari al 48% del totale installato, contro il 27% della rilevazione del 2014. Cresce però anche la quota di macchine recenti (con età inferiore ai 5 anni) risultate il 16,1% del totale, contro il 13,1% della rilevazione precedente. Questa quota è riconducibile a investimenti in macchine digitalizzate e interconnesse e documenta quindi l'avvio della transizione 4.0, sostenuto certamente dagli incentivi resi disponibili dalle autorità di governo.
Sono le macchine tradizionali (asportazione e deformazione) ad avere l'età più avanzata, pari a 14 anni e nove mesi e a 14 anni e 7 mesi, dunque superiore alla media del parco. Relativamente più giovani sono i robot e le macchine lavoranti con tecnologie non convenzionali (laser, plasma, waterjet, additive manufacturing) che presentano un'età media pari a 12 anni e 5 mesi.
Negli ultimi venti anni si è assistito ad una progressiva trasformazione del parco macchine installato nelle imprese italiane determinato dalla riduzione degli acquisti di nuove macchine con tecnologie tradizionali in favore di quelle con tecnologie di ultima generazione. In particolare, nel 1999, l'83% delle macchine utensili presenti nelle fabbriche era rappresentato da macchine utensili a asportazione e deformazione. Nel 2019, questa quota scende al 73%, in favore di quella delle tecnologie innovative (in particolare robot e tecnologie non convenzionali) che rappresentano il restante 27%.
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