Ma che bello: I.Lab della Italcementi resta a Bergamo
Piccola notizia che usualmente non avrebbe meritato le classiche due righe in cronaca. E invece a suo modo è una magnifica notizia. È la breve storia di un pericolo scampato. Il centro di ricerca I.Lab della Italcementi resta in Italia, per l’esattezza a Bergamo e per la precisione al Kilometro Rosso, immaginifica realizzazione che i bergamaschi si sono inventati un po’ di anni fa: a qualcuno pareva solo una specie di parco giochi (un po’ come sciattamente han pensato tanti bresciani del compianto Nibiru Planet) e invece è diventato un enorme incubatore di aziende avanzate. E fra queste, l’allora bergamasca Italcementi (oggi della tedesca Heidelberg) che qui aveva installato il suo centro ricerche che si è segnalato per una montagna di cose, fra queste - cito in breve - il cemento che mangia lo smog.
Nuovi cementi, nuove modalità del costruire in chiave, diremmo oggi, green. Il cemento, per sua natura, è pesante. E quindi compri i cementifici e allegati ci stanno i mercati. Non è facile immaginare di spostare un cementificio e poi, per dire, portar giù cemento dalla Germania. Ma la ricerca, quella è più facile. Certo, dovrai convincere qualcuno a trasferirsi ma, come si intuisce, centralizzare un centro di ricerca è più facile che andare su e giù con camion di cemento. E però, se perdi la ricerca perdi un po’ l’anima, perdi il futuro, oltre che perdere posti di lavoro qualificati, perdi quel che potresti essere domani restando solo (Bergamo e tutti noi) terra di mercato. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori si è mosso contro l’idea del trasferimento e oggi si dice soddisfatto. Anche noi.
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