L’UniBs capofila italiana del network della sostenibilità
Il futuro del mondo passa anche da Brescia. Prima di tutto lo ha evidenziato un leader mondiale in termini di sostenibilità come Jeffrey Sachs, presidente Sdsn (Sustanible Development solutions network) delle Nazioni Unite: «A qualche settimana da quando le Nazioni Unite hanno firmato un nuovo patto per il futuro che ci possa portare fuori dagli attuali problemi, abbiamo voluto fare un brainstorming proprio qui a Brescia sul Pact for the future, e su come Brescia, l’Italia e l’Europa possano aiutare a costruire il futuro che vogliamo».
E poi lo ha certificato la presenza a Palazzo delle Mercanzie, moderati dal rettore di UniBs dal 2016 al 2022 Maurizio Tira, dello stesso Sachs e quella di Phoebe Kounduri, presidente del Wcenrea e Ae4ria. Due voci talmente eminenti da essere in grado di modellare il futuro del mondo ieri hanno tenuto un seminario ad UniBs che ha di fatto sancito, per l’Università cittadina, l’inizio del percorso da coordinatrice per l’Italia del progetto Sdsn: «Recentemente, assieme al Politecnico di Torino, abbiamo preso in mano la rete Sdsn Italia - ha spiegato la professoressa Michele Pezzagno - un progetto che vede coinvolte 1.900 università nel mondo e ha come obiettivo quello di proporre soluzioni innovative per andare nella direzione dello sviluppo sostenibile».
Riforme
Perentorio Sachs nell’affermare che il mondo ha perso la partita dell’Agenda 2023 ed ora deve affidarsi al nuovo Pact for the future per provare a raggiungere gli obiettivi: «È un’agenda di riforme per il sistema internazionale, si concentra su diverse questioni come, ad esempio, permettere ai Paesi più poveri di trovare il loro posto nel mondo, come governare le nuove tecnologie partendo dall’intelligenza artificiale, come rinnovare le Nazioni Unite in modo che possano davvero svolgere il lavoro per cui sono state costituite e in particolare come riportare la pace in un periodo caratterizzato da così tanti conflitti in tutto il mondo».
Formazione
Gli ha fatto eco la prof.sa Kounduri che presiede il dipartimento europeo di Sdsn: «È davvero importante comprendere, in questi anni caratterizzati da molteplici crisi, che il nostro accordo globale è l’unico accordo mondiale esistente in questo momento ed è stato firmato da 163 Stati. Lo scopo è di raggiungere i 17 obiettivi di sostenibilità fissati dall’Agenda 2030, è la nostra unica via di fuga per sfuggire alla complessa situazione attuale - ponendo poi il focus sull’istruzione -: per farlo è necessario che migliori la formazione, bisogna rivedere i percorsi universitari in modo da fornire sistemi interdisciplinari basati su conoscenza ed esperienza, ma allo stesso tempo bisogna anche formare e riformare l’attuale forza lavoro in modo che sia in grado di gestire i nuovi processi, le soluzioni basate sulla sostenibilità, l’economia circolare e la digitalizzazione.
Proprio per questo l’istruzione, con la formazione di nuove competenze e il miglioramento di alcune già esistenti ha un enorme ruolo da recitare e tantissimo lavoro da fare».
Percorso
Questa però è solo una parte del percorso che è stato tracciato, ma come ha ricordato Sachs «nel Pact for the future sono stati definiti molti step e sono emerse molte idee, ora abbiamo un accordo generale sul tema, ma le vere sfide sono quelle che abbiamo davanti a noi».
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