Le Cer sbocciano con la primavera: piattaforma al via da lunedì 8 aprile

Anita Loriana Ronchi
Le Comunità energetiche rinnovabili potranno contare su 5,7 miliardi stanziati dal governo
Un impianto fotovoltaico sul tetto di una casa - © www.giornaledibrescia.it
Un impianto fotovoltaico sul tetto di una casa - © www.giornaledibrescia.it
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Si apre una nuova stagione per le Cer. Il 23 gennaio 2024, dopo quasi due anni di attesa, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) ha pubblicato il decreto attuativo che norma la tariffa incentivante destinata all’energia autoconsumata nell’ambito delle Comunità energetiche rinnovabili.

Il governo ha reso disponibile uno stanziamento importante di 5 miliardi e 700 milioni di euro, di cui 2 miliardi e 200 milioni destinati (con contributo del 40%) alla costruzione degli impianti in Comuni di non oltre 5.000 abitanti, fino ad una capacità complessiva di 2 gigawatt.

Il passaggio dalla cabina secondaria alla cabina primaria (la differenza fra le due risiede nel livello di tensione gestito e nella loro posizione nella rete di distribuzione) implica un forte allargamento del perimetro dei progetti Cer, degli impatti ambientali e sociali ad essi connessi, con il potenziale coinvolgimento di migliaia di utenze e di soggetti diversi.

Cosa sono

Ma cosa sono, concretamente, le Comunità energetiche rinnovabili? La Cer sta ad indicare una particolare forma di entità giuridica costituita da membri come cittadini privati, aziende, enti pubblici locali o piccole e medie imprese che si aggregano in maniera volontaria nell’ambito di uno specifico territorio al fine di condividere l’energia prodotta localmente da uno o più impianti rinnovabili.

L’obiettivo principale è l’autoconsumo diffuso, ovvero la condivisione attraverso la rete di distribuzione dell’energia che viene prodotta all’interno della comunità, con consistenti benefici economici ed importanti ricadute sociali ed ambientali per l’area in cui operano.

Scambio

I membri, anche detti «azionisti», di una Cer possono essere di tre tipi: i consumatori passivi (consumer) ovvero i titolari di un punto di solo prelievo; i produttori (producer) ovvero i titolari di un impianto di produzione; i prosumer, ovvero i consumatori che si sono dotati di un impianto di produzione finalizzato all’autoconsumo. Prosumer e producer possono condividere con l’intera comunità l’energia elettrica da essi prodotta.

Se i membri della comunità energetica che si «scambiano» questa energia sono ubicati all’interno della medesima area convenzionale sottesa a una cabina primaria, questa verrà valorizzata tenendo conto dei minori costi di esercizio della rete elettrica e, inoltre, incentivata in quanto proveniente da fonti rinnovabili. Il calcolo dell’energia elettrica condivisa e autoconsumata dalla Comunità verrà effettuato direttamente dal Gse (Gestore servizi energetici) sulla base dei parametri inviati dal distributore.

I membri della Cer possono essere come detto anche pmi a condizione che, nel caso di imprese private, la partecipazione alla Comunità di energia rinnovabile non costituisca l'attività commerciale e industriale prevalente. I tempi sono ormai maturi e, da lunedì 8 aprile, sarà attiva la piattaforma (per info visitare il sito www.gse.it) per accogliere le candidature di progetto ed accedere agli incentivi.

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