Le batterie del futuro: al grafene, leggere, a prova di ricarica
Più leggere, meno costose, poco deteriorabili nel tempo e in grado di ricaricarsi in fretta. È questo l’ideale delle batterie del futuro prossimo venturo (non parliamo di decenni, ma di un quinquennio o forse meno), una scommessa destinata a risultare vincente se non altro perché pesantemente finanziata dai produttori di smartphone e di auto.
Il grafene
Meno litio e più grafene è il comandamento che guida una bella fetta delle intenzioni sul futuro degli accumulatori. Cosa promettono le batterie al grafene, materiale che si presenta come un «foglio» dello spessore di un singolo atomo? Avrebbero la capacità - dicono i ricercatori - di immagazzinare in tempi rapidissimi energia in maniera statica sulla loro superficie. Il che significa maggiore autonomia per device e auto e anche costi destinati a calare se il grafene verrà prodotto a livello industriale.
Elon Musk di Tesla ha da tempo lanciato il suo nuovo credo in materia di batterie. Lo potremmo definire del 30 per cento: il 30% meno pesanti, altrettanto meno costose e in grado di garantire cariche del 30% superiori agli standard attuali. Quando? Entro il 5 o 6 anni al massimo. Punto.
La ricarica
Non sappiamo a quale tecnologia si ispiri la cinese Farasis Energy (scelta come partner da Mercedes) che prospetta la quarta generazione degli accumulatori per auto. Secondo l’azienda, le nuove celle avranno una densità energetica di oltre 330 wattora per chilogrammo. Il che si tradice in un 25% in più rispetto agli standard medi attuali.
La durata preannunciata? Non meno di 1.500 cicli di ricarica, più o meno il doppio di quanto si può far oggi. Sulle ricariche non si sa molto, ma possiamo aggirare l’ostacolo sapendo che le case automobilistiche chiedono ricariche rapide dal 10 all’80% in meno di 20 minuti.
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