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L’azienda, se digitalizzata, cresce più rapidamente

È quanto è emerso dall'Osservatorio Mecspe, presentato nei giorni scorsi a Brescia da Senaf
La digitalizzazione non è solo innovazione tecnologica, ma anche culturale
La digitalizzazione non è solo innovazione tecnologica, ma anche culturale
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Il digitale ha trasformato in modo significativo il 60% delle aziende lombarde del manifatturiero e quasi la metà degli imprenditori del territorio percepisce la propria azienda come innovativa. La maggioranza delle imprese (52,8%) è in buona parte digitalizzata, ma meno di una su tre lo è interamente.

È quanto è emerso dall'Osservatorio Mecspe, presentato nei giorni scorsi a Brescia da Senaf, in occasione del nuovo tour dei «Laboratori Mecspe digitale, La via italiana per l'industria 4.0» ospitato al BrixiaForum nell’ambito di Innova, rassegna dedicata al mondo dell’acciaio. Si tratta di aziende - dice il report del Mecspe - che nel primo semestre 2018 hanno incrementato i fatturati (53,4%) e quasi il 63% si aspetta una crescita nella seconda metà dell'anno.

Sono inoltre confermate le intenzioni di investimento nelle nuove tecnologie abilitanti, già in largo uso nelle pmi della meccanica e della subfornitura lombarde, che ad oggi hanno introdotto soluzioni soprattutto per la sicurezza informatica (72%) e la connettività (54%), cloud computing (47%), produzione additiva (31%), robotica collaborativa (29%), internet of things (28%), big data (22%). Il 25,6% ha fiducia nel concetto di filiera e ha attivato partnership tecnologiche.

Nel processo di trasformazione digitale, oltre la metà degli imprenditori ritiene che le persone abbiano un ruolo fondamentale e di centralità nei processi, mentre per il 34% è la tecnologia ad avere un ruolo di primo piano, ma solo se supportata da un'adeguata formazione umana e da un cambiamento culturale. I profili specializzati più richiesti entro il 2030 saranno il robotic engineer, gli specialisti dei big data e lo specialista IoT.

Va da sè che questa è la vera sfida che sta davanti alle aziende e al sistema industriale. Il 2030, per quanto possa apparire lontano, è una data ravvicinata rispetto all’impegno atteso per formare nuove figure professionali: bisogna attivare corsi, realizzare scuole, preparare insegnanti, attrezzare un sistema. Non c’è tempo da perdere.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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