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L’app che smaschera foto e filmati fasulli ha un Dna bresciano

Si chiama AuthenPiQ, ed è stata realizzata dalla startup AppRover, a cui fa capo anche il bresciano Roberto Sansoni
Da sinistra Marco Guerresi, Luca Sarcina, Veronica Vecchi e Roberto Sansoni
Da sinistra Marco Guerresi, Luca Sarcina, Veronica Vecchi e Roberto Sansoni
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C’è anche un po’ del Dna bresciano nella startup innovativa che smaschera fotografie e filmati fasulli AppRover, da poco sul mercato con l’app dal nome inequivocabile di AuthenPiQ. A metterla in piedi sono quattro giovani professionisti: due ingegneri e una linguista mantovani, Luca Sarcina, Marco Guerresi e Veronica Vecchi, ed un bresciano appunto, Roberto Sansoni, 33enne laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie che di Sarcina è stato compagno di studi.

«Un giorno, nel 2021, mentre chiacchieravamo, ci è venuta l’idea di provare a realizzare qualcosa che servisse per certificare le immagini con un sistema indipendente e non modificabile, così da darne una totale certezza», racconta Sansoni che spiega come al progetto embrionale siano seguiti molti step, dal confronto con il gotha degli esperti di blockchain alle ricerche online e non, sino alle moltissime ore di lavoro parallelo dedicate al progetto da parte di tutti e quattro i soci, contemporaneamente impiegati in altri lavori.

La tecnologia

Il risultato, a meno di 3 anni di distanza, è appunto l’app «cattura immagini» AuthenPiQ, che al momento parrebbe non avere competitor in Europa (ne esisterebbe «forse» uno in Asia, stando ai fondatori).

Quale è la peculiarità? Il fatto di poter garantire a chi visualizza un contenuto multimediale che si tratta di un contenuto autentico, senza modifiche di filtri, post-editing, o addirittura che non è stato generato con intelligenza artificiale. Mica paglia, in un mondo sempre più costellato da «trappole» digitali in cui si rischia di incappare. E non tanto e non solo come semplici curiosi. L’applicazione, infatti, è stata pensata per la comunicazione, certo, ma soprattutto per comparti complessi come quello delle assicurazioni, delle perizie o delle documentazioni per così dire «ufficiali».

Il funzionamento

«Se pensiamo, ad esempio, ai danni di questa estate della grandine, quando le assicurazioni chiedevano le immagini delle auto rovinate, realizzabili anche con l’intelligenza artificiale, si comprende la portata dell’idea», aggiunge il socio, Luca Sarcina, che ne spiega il funzionamento.

Una volta scattata la foto con l’app, in pratica, si hanno 99 secondi al massimo per caricare l’immagine che, poi, verrà dotata di un QRcode che raccoglie tutti i dati che servono per darle validità, nonché la possibilità di creare un «certificato» che può essere venduto o scambiato. Ed è qui, nella certificazione, che sta il valore aggiunto, perché proprio la blockchain «garantisce» la protezione da contraffazione e alterazioni di vario genere.

Inutile dire che per l’app AuthenPiQ, da qualche giorno online sulle piattaforme iOS e Android, le ambizioni di crescita sono importanti. «Al momento la nostra startup è nella fase che viene definita pre-seed, che tradotto starebbe per “prima del seme” – spiega Roberto Sansoni -: oggi ci interessa essenzialmente costruirci e incrementare il bacino di utenti B2C e B2B, vale a dire le aziende, ma siamo persuasi che le potenzialità di crescita siano importanti».

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