La lezione di Sandro Formica: «La felicità è un asset aziendale da promuovere»
Grazie alla «scienza del sé» si può pensare ad un cambiamento che sia permanente. È dimostrato che le organizzazioni aziendali che mettono al centro le persone, risultano più performanti. Per chi vi lavora, infatti, diminuiscono i fenomeni di stress, il burnout, la depressione.
Esiste un «barometro della felicità» per misurare le condizioni alle quali, attraverso l’autoconsapevolezza delle proprie aspirazioni e dei propri bisogni, si può davvero dare una sterzata alla propria vita e, così facendo, contemporaneamente offrire un valore aggiunto all’organizzazione nella quale si opera.
Parola di Sandro Formica, professore alla Florida international university Miami e in vari atenei italiani, intervenuto a Brescia per Il Rosso e il Blu Festival-Dialoghi primari, manifestazione scaturita dall’unione di Bergamo e Brescia per la Capitale italiana della Cultura 2023, promossa da Kilometro Rosso Innovation district e da Csmt Innovative contamination hub.
Emozioni
A prendere la parola per prima, introdotta da Riccardo Trichilo (ceo e direttore Csmt) e Roberto Marelli (development director Kilometro Rosso) è Barbara Salvadore, formatrice in scienza del sé, «genio positivo», trainer in ambito comunicazione e vendita, con il coordinamento di Silvia Cusmai. «La felicità - afferma Salvadore -, non è solo un’emozione, ma una competenza che può essere allenata. Ci sono troppe persone insoddisfatte, infelici, demotivate. Bisogna lavorare su se stessi, non esiste una formula unica, ma cercare di allineare la propria esistenza con quel che si è e che ci interessa».
Lo sapevate che per compensare un evento negativo ci vogliono fino a cinque eventi positivi? Lo sostengono gli esperti, e la dice lunga sull’impatto che frustrazione o costrizione possono produrre sia sul nostro benessere psico-fisico, sia sulle dinamiche anche economiche all’interno di un’organizzazione aziendale.
Dialogo
Sul palco Formica dialoga con cinque giovani under 30: Carlotta Acconito e Roberta Allegretta dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Gianluca Basta e Omar Malik della startup Ciambelle Digitali, Alessandra Metelli di Uaw. «Hai riscontrato uno di questi aspetti al lavoro? - chiede il “guru” della scienza del sé -. Mancanza di riconoscimento o di opportunità di crescita, cultura aziendale tossica, assenza di direzione. E stai pensando di cambiare mestiere? Abbiamo fatto un’indagine e risulta che il 60% dei ragazzi fino a 26 anni ha risposto “sì”; la maggior parte sono millennials, ma anche i baby boomers si attestano al 21,1%. Il punto è - sottolinea Formica - che se non riusciamo a soddisfare i nostri bisogni al lavoro, non performiamo nemmeno».
«Conosci e coltiva il tuo essere» è il mantra da rispettare. «Dobbiamo smettere di pensare che noi siamo il nostro passato, guardare al futuro, scoprire la parte destra del cervello più creativa. La scienza del sé è un’applicazione pratica di vulnerabilità (ebbene sì, può essere una forza), auto consapevolezza e futuro sé«. E non è mai troppo tardi. «Guardate me - è il monito dell’happiness expert -. Il mondo non mi accettava, non esisteva una “cattedra in felicità”. Ma io non ho mollato. Ed eccomi qui».
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