La bussola per scegliere la rotta verso Transizione 4.0
Il 2020 si è chiuso con l’approvazione della Legge di Bilancio 2021 che forse verrà ricordata come la manovra dei bonus, visto il numero di provvedimenti stipati in oltre 500 pagine. Sono 40 i miliardi di euro sul piatto, ai quali le imprese guardano per un punto in particolare: «Transizione 4.0», un pacchetto di incentivi da 23,8 miliardi. Un carico sostanzioso, insieme al prestito Garanzia Italia, al Fondo per le Pmi, ai contributi a fondo perduto o ancora al rifinanziamento della «Nuova Sabatini», che però non riesce a tranquillizzare del tutto le aziende, alle prese con molta burocrazia.
«I limiti sono molti – fa notare Alberto Bertolotti, ceo di Ibs Consulting –. Le imprese sono confuse dalla quantità di misure, è difficile avere informazioni chiare, mancano molti decreti attuativi e iniziative come il click day sono solo dannose. Le aziende hanno bisogno di capire meglio come muoversi». Proprio per fornire una bussola si è tenuto il 20 gennaio un webinar sulla Legge di Bilancio, moderato in Sala Libretti da Stefano Martinelli. A snocciolarne gli snodi chiave ci ha pensato Marco Belardi, consulente Dir. Politiche Industriali al Mise: «Questa legge offre un aiuto dal peso unico in Europa, secondo solo al Piano Marshall. Oltre al supporto per gli investimenti in beni strumentali, sono stanziati fondi sia per la ricerca e l’innovazione in ambito design e green sia per la formazione. I vantaggi sono molteplici, dai tempi ridotti per usufruire dei crediti alla possibilità di recuperare gli investimenti in 3 anni invece che 5. Bisogna valutare le convenienze per ogni singola impresa».
Compito non facile, questo, per chi si trova a fare i conti tra la volontà di sfruttare l’occasione per innovare e l’impatto della crisi sui vari comparti. Lo sanno bene i rappresentanti dei cluster tecnologici lombardi: «Stiamo vivendo un momento molto difficile sia per la trasformazione tecnologica in corso sia per la crisi di mercato – ha detto il presidente del cluster Mobilità Saverio Gaboardi –. Il crollo è pesante: per il 2020 si stimano 75 milioni di pezzi prodotti sui 100 previsti. La Legge di Bilancio ha stanziato 420 milioni per l’automotive, puntando molto sull’elettrico. Chiediamo più supporto ai comparti tradizionali (anche Euro 6), credito d’imposta per favorire l’innovazione e un intervento importante dal Recovery Plan in questo senso da qui al 2023».
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Francesco Cecchi, presidente del cluster Cat.AI, che dopo aver definito l’Agrifood «il grande dimenticato della Legge di Bilancio» ha insistito sulla necessità di stanziare altri fondi per promuoverne l’innovazione: «L’agroalimentare italiano ha dato prova di grande resilienza. Eppure, con una filiera che vale 538 miliardi, stiamo perdendo il 30% di fatturato per la crisi enorme di hotel e ristoranti e per il freno dell’export. Dobbiamo accelerare sul fronte della sostenibilità dei prodotti e dei processi, investendo nella ricerca e nel territorio».
Infine le Smart Cities che però si trovano come altri a riflettere sul bisogno di puntare sulla ricerca: «La pandemia ha indotto un profondo ripensamento delle città intelligenti a livello internazionale – ha commentato Sauro Vicini, Operating Officer Smart Cities & Communities –. Si apre per noi una nuova sfida».
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