InnexHub, l’innovazione condivisa genera benefici a persone e territorio

Barbara Fenotti
Passaggio generazionale e transizione digitale i temi intorno ai quali si è sviluppata l’assemblea
L'assemblea annula di InnexHub - © www.giornaledibrescia.it
L'assemblea annula di InnexHub - © www.giornaledibrescia.it
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Alla base c’è l’innovazione condivisa, che genera benefici per il territorio e le persone circostanti. È da lì che arriva gran parte della conoscenza, che poi è in grado di apportare vantaggi a universi paralleli e che convivono e si compenetrano: la popolazione, il mondo della scienza, le aziende.

Così il mondo procede a suon di rivoluzioni. I saperi si trasmettono e generano quelle commistioni propizie per il futuro. Lo sa la «Sibilla» progettata dai bambini dell’associazione Dream Puzzle, lo sa lo scienziato del Cern Germano Bonomi e lo sa Giancarlo Turati, il presidente di InnexHub che con Csmt e la Camera di commercio sta lavorando alla «Cittadella dell’innovazione sostenibile» a Brescia.

Ognuno con il suo livello di consapevolezza e conoscenza, ciascuno ha portato la propria testimonianza, ieri, nel corso dell’assemblea annuale di InnexHub che si è tenuta ieri alla sede di Eseb, l’Ente sistema edilizia Brescia che ha sede in via della Garzetta. Paolo Bettoni di Eseb ha fatto gli onori di casa e il suo intervento è stato seguito da quello di Fabio Natale Rizzinelli, vicepresidente di Ance Brescia.

Il viaggio

Focus dell’incontro, moderato dal divulgatore scientifico Massimo Temporelli, è stata «La transizione digitale e l’inaspettato viaggio intergenerazionale». Sul palco dell’Eseb sono saliti i bambini - l’età media è di 9 anni - che frequentano i pomeriggi dell’associazione Dream Puzzle, fondata a diretta da Silvia Cerioni. Quelli che frequentano gli appuntamenti durante l’anno sono una settantina, in prevalenza ancora maschi - «ma le cose, con una lentezza non indifferente - osserva Cerioni - si stanno sbloccando anche in Italia» -. Alcuni di loro erano presenti ieri e hanno illustrato e dimostrato le loro creazioni.

Un robot chiamato «Sibilla», che è in grado di dare responsi alle persone che le si parano davanti e un pupazzo con le sembianze di un leone. Leone al quale si accendono i led posizionati sulla fronte quando qualcuno gli propone determinare mosse. I bambini di Dream Puzzle conoscono ormai bene certi meccanismi. Una volta li si definitiva «geni», oggi non è più così perché sono, più semplicemente, ragazzini che hanno la verità a portata di mano.

«Oggi abbiamo tutta la conoscenza del mondo in tasca, è incredibile - ha osservato Germano Bonomi, professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Brescia e ricercatore al Cern di Ginevra -. Con internet possiamo tranquillamente parlare di terza rivoluzione dopo quella rappresentata dall'acquisizione prima della parola e poi della scrittura».

Si è trovato d’accordo con lui il presidente Innexhub Giancarlo Turati, che ha sottolineato come «la condizione essenziale affinché si possa parlare di una innovazione è dettata da un sogno o dalla necessità uniti al coraggio e alla condivisione».

In conclusione Turati si è voluto togliere un sassolino dalla scarpa, aggiungendo, in relazione alla Cittadella dell'innovazione sostenibile, come «essere visionari è differente dall’essere accusati di voler fare speculazione immobiliare: in quest’ultimo caso non ci sto e i miei colleghi lo sanno molto bene dal momento che sono coinvolte aziende, startup, ragazzi, bambini, arte e cultura. Il lavoro dei tavoli lo ha dimostrato molto bene».

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