Sostenibilità ed efficienza energetica: le imprese bresciane accelerano

Anita Loriana Ronchi
Ecco i risultati della seconda edizione dell’analisi dell’Osservatorio imprese sostenibili realizzata da Confindustria e OpTer della Cattolica, che ha coinvolto 245 aziende
I relatori del convegno dell'Osservatorio imprese sostenibili
I relatori del convegno dell'Osservatorio imprese sostenibili
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In soli tre anni le imprese bresciane hanno sensibilmente migliorato il loro approccio nei confronti delle pratiche di sostenibilità. Lo certifica la seconda edizione dell’Osservatorio imprese sostenibili, realizzata dal Centro studi Confindustria Brescia con OpTer dell’Università Cattolica e fondazione Sodalitas, che ha coinvolto 245 aziende manifatturiere con 30mila addetti e un fatturato di 16,5 miliardi di euro, afferenti a diversi settori, dall’alimentare al legno fino alla metallurgia.

I risultati

Spicca un’accelerazione delle azioni di efficientamento energetico, attuate dal 77% delle realtà interpellate, mentre ben l’80% ha introdotto strumenti di conciliazione vita-lavoro, tra cui flessibilità oraria e lavoro agile sono i più diffusi. Segnali di come il concetto di «sostenibilità» sia ormai percepito non solo come impegno etico, ma quale driver indispensabile per mantenere competitività e creare valore. Lo ha rilevato il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta, nell’incontro moderato dal giornalista del Giornale di Brescia Erminio Bissolotti: «Abbiamo analizzato – specifica – la sostenibilità nelle sue molteplici declinazioni. Una sfida che non solo le grandi aziende, ma anche le Pmi dovranno affrontare nei prossimi anni». E che dev’essere vinta, sottolinea Giovanni Marseguerra dell’Università Cattolica «senza lasciare sul terreno il sistema produttivo».

Anche perché il percorso verso la transizione sostenibile si è fatto via via più intricato e complesso, in considerazione degli scenari geopolitici e delle nuove normative europee come la Csrd. Un nuovo humus che vede in prima fila anche Ebis-Ente bresciano per l'istruzione superiore, che, spiega il presidente Alessandro Azzi, ha deciso di sostenere l’attività di Opter per promuovere i progetti di ricerca dell’ateneo bresciano, ponendosi come stakeholder nei confronti del tessuto imprenditoriale.

Tre pilastri

Illustrato da Davide Fedreghini e Tommaso Ganugi, entrambi del Centro studi Confindustria e da Benigno Pizzuto della Cattolica, il lavoro ruota attorno a tre pilastri: ambientale, dove ancora il traguardo di abbattimento dei Ghg si conferma difficile, specie per le Pmi (la variabile della dimensionalità è comune denominatore a tutti i temi affrontati), che appaiono in ritardo; solo un 31% si caratterizza per una strategia a 360°, per quantificazione di emissioni, obiettivi di abbattimento e investimenti finalizzati a tale scopo.

Sul versante sociale interno, cresce notevolmente la sensibilità verso diversity & inclusion, riguardando il 30% delle aziende (il 15% nella precedente rilevazione); raddoppia il numero di imprese che offrono formazione non obbligatoria ai collaboratori (75%, verso il 38%), anche se sono ancora poche le risorse destinate allo sviluppo di competenze sulla sostenibilità. Sotto il profilo sociale esterno, sono invece in aumento le imprese che partecipano ad iniziative su benessere e sviluppo del territorio, tramite il sostegno di attività sportive (60%), iniziative culturali e sanitarie (33%).

La governance

Per quanto concerne la governance, viene tra l’altro acceso un focus sulla parità di genere, da cui si evince che persiste un evidente gender gap nei ruoli decisionali: le donne rappresentano il 21% dei membri del cda e solo il 14% degli amministratori unici. Gli incentivi basati sulle performance Esg restano scarsamente adottati (15%) e solo le grandi aziende tendono a separare la gestione operativa dalla proprietà.

La via verso la sostenibilità, seppure ora più illuminata dalle best practice in crescita da parte di aziende piccole e grandi, non è facile e assume i connotati di un work in progress. Lo osserva, nella tavola rotonda con Alessandro Beda (fondazione Sodalitas) e Luigi Vitelli (sustainability manager Cembre), la vicepresidente Confindustria, Silvia Mangiavini: «Richiede un continuo miglioramento, in base all’evoluzione del mondo, ed è prima di tutto un cambiamento culturale, che comporta impegno ed investimenti per rendere le nostre aziende più resilienti e resistenti». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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