Imbal Carton, calano gli ordini ma il piano industriale non cambia
È un anno critico per il mercato dell’imballaggio e di tutto ciò che riguarda la trasformazione della carta, in calo di oltre il 10%. Anche la Imbal Carton di Prevalle sta facendo i conti con questa flessione «causata dalla speculazione - spiega il Ceo e presidente dell’azienda Michele Lancellotti - che, per la prima volta dopo tanti anni, è arrivata a impattare anche su ImbalCarton: da inizio luglio abbiamo registrato un calo dei metri quadri prodotti di un 2,8%».
Una annata che Lancellotti definisce «del tutto inusuale» per la storia della sua azienda, che persino durante il Covid ha retto bene l’«urto». La causa va rintracciata nel fatto che gli ordini rallentano perché i magazzini dei clienti sono pieni di scorte: c’è una sovracapacità produttiva dalla quale dipende il calo degli ordini, registrato da un anno a questa parte, e anche del prezzo della carta da ondulazione sia sul mercato nazionale sia su quello internazionale.
Il punto
Anche il fatturato dell’azienda di Prevalle è diminuito del 10,4% da inizio anno a oggi. «Un trend - sottolinea Lancellotti -, che rimarca come per stare sul mercato dobbiamo essere in grado di adeguarci a queste continue oscillazioni, anche perché l’impegno è sicuramente rivolto a recuperare e sostenere il nostro piano industriale a cinque anni che prevede la produzione di 140 milioni di metri quadrati di cartone ondulato nel 2028 e una crescita media annua dell’8%».
L’obiettivo per il 2030 è un fatturato di 100 milioni di euro. Per raggiungere questi obiettivi, nonostante l’attuale tentennamento del mercato, Imbal Carton è intenzionata a rispettare i suoi piani di sviluppo e a espandere la sua presenza sul mercato: a fine estate, nella sede cremonese di Piadena Drizzona entrerà in funzione un macchinario (5 milioni e mezzo l’investimento) per la produzione di imballaggi di formati di grandi dimensioni.
Le prospettive
L’arrivo in Italia, anche per questo settore, delle multinazionali pronte ad acquisire le aziende più piccole è un dato di fatto che, tuttavia, non spaventa i vertici di Imbal Carton. «L’integrazione nella filiera della carta e del cartone con la multinazionale Progroup è per noi uno stimolo - precisa Lancellotti -. Nel medio e lungo periodo chi riuscirà a rimanere sul mercato sarà strutturato e di grande dimensioni con capacità di razionalizzare i costi e standardizzare le produzioni, monitorando i costi interni».
L’altro grande punto di forza di una realtà che funziona sta nella sua sostenibilità. Innanzitutto dal punto di vista ambientale: a settembre Imbal carton introdurrà un manager della sostenibilità per calcolare l’impatto sul territorio in termini di inquinamento. E contestualmente dal punto di vista sociale: dal 2023, l’azienda bresciana, che conta 170 addetti, ha introdotto i «bonus famiglia»: 500 euro per i dipendenti che si sposano e 1.000 per quelli che diventano mamme o papà. I primi sono già stati erogati. Nelle ultime settimane, inoltre, è in fase di (ri)definizione anche il premio di produttività, contemplato in un accordo scaduto nel 2022. «Nel 2023 non siamo riusciti a rinnovarlo perché erano in atto trasformazioni aziendali - spiega Lancellotti -. Dal 2024 e fino al 2026 pensavamo di riconfermare il premio precedente secondo i soliti criteri di produttività, qualità e redditività: su base annua parliamo di 180mila euro che l’azienda mette sul piatto per i dipendenti».
Imbal Carton riconferma inoltre l’adesione per il triennio 2023-25 al progetto «Alleanza Cultura» di Fondazione Brescia Musei e la sottoscrizione del Fondo Territoriale Valle Sabbia per sostenere la filantropia e aiutare la collettività in attività di volontariato.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato