Il tecnico del 2030 sarà «rivoluzionario e un po’ filosofo»
Migliorare il mondo con la fantasia, usando la tecnologia come supporto. Una missione che attende tutti gli studenti del presente, i quali saranno lavoratori e cittadini del futuro. Una sfida aperta sia per loro sia per tutte le realtà formative di varia natura che li affiancano nel percorso di crescita, professori e scuola in prima battuta.
Per il secondo anno il Giornale di Brescia ha deciso di mettersi alla prova insieme ai giovani, affiancando gli studenti di otto istituti della provincia con il progetto Da Vinci 4.0. Realizzata in collaborazione con Talent Garden e The FabLab, l’iniziativa è ufficialmente ripartita ieri con il faccia a faccia tra i 50 ragazzi più brillanti delle quarte e quinte dell’istituto tecnico Cristoforo Marzoli di Palazzolo sull’Oglio (meccanico, chimico, informatico ed elettronico) e Massimo Temporelli, imprenditore (è il fondatore di The FabLab), fisico e divulgatore scientifico, che già lo scorso anno aveva affascinato e appassionato con le sue full immersion di sapere e nuove tecnologie. In cattedra anche questa volta non sono mancati robot, droni, stampanti 3d, microchip, sensori e prototipi che è stato possibile manipolare e toccare con mano.
«Siete voi i primi responsabili del cambiamento, voi tecnici che per tanto tempo siete stati ritenuti studenti di serie B - ha sottolineato Temporelli, nuovamente nelle vesti del traghettatore nel mare della trasformazione digitale -. Ora che appare chiaro come il sapere sia un unicum indivisibile composto da vari elementi, serve conoscere tutto ciò che ci circonda, non solo un singolo aspetto in maniera iperspecialistica».
Si pensi per esempio ad una stampante 3d, dove meccanica e informatica, elettronica e chimica si fondono per concorrere a far funzionare una singola tecnologia. «Immaginate invece un robot umanoide - ha aggiunto il guru della digitalizzazione, lasciando parecchie bocche aperte con la proiezione di alcuni video dimostrativi -. Replicando le caratteristiche degli essere umani, oltre alle scienze sperimentali sono chiamati in causa saperi quali la filosofia, così come aspetti più strettamente etici».
E proprio questa multidisciplinarietà, questa natura olistica della conoscenza comporta un approccio totalizzante al lavoro e alla vita. Non a caso quest’anno il progetto Da Vinci 4.0 ha voluto ampliare il proprio raggio d’azione, intercettando non solo le scuole ad indirizzo tecnico ma anche licei e centri di formazione professionale. «Permettete perciò alla vostra creatività di esprimersi libera - l’invito lanciato dal direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini ai giovani del Marzoli -. Noi possiamo aiutarvi nella creazione di una forma ma spetta a voi il compito di modellarla».
La prova del nove sarà anche questa volta l’hackathon di fine maggio, la gara di progettazione e di idee alla quale saranno chiamati a partecipare i giovani coinvolti nel progetto. «Hackathon - ha spiegato Temporelli - è una parola che deriva dalla crasi del verbo to hack, letteralmente modificare, e di marathon, dato che questo tipo di gara dura spesso diverse ore senza interruzioni, in alcuni casi persino due giorni di fila».
L’anno scorso ai ragazzi venne chiesto di pensare come migliorare il lavoro e la vita all’interno di una fabbrica del 2030. Sul brief, cioè l’argomento, della seconda edizione della competizione c’è però ancora completo riserbo, dato che verrà svelato solamente il giorno della gara. Di certo però al centro ci saranno le persone, il fulcro di questo nuovo Rinascimento a tinte tecnologiche, i custodi del sapere e di quella fantasia dirompente destinata a stravolgere il mondo.
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