Il Rosso e il Blu: cala il sipario sul festival ma già si guarda all’edizione 2024
Quando la tecnologia più avanzata si sposa con lo spirito dell’autentico umanesimo, non possono che derivarne «fuochi d’artificio». Lo ha osservato Riccardo Trichilo, ceo di Csmt-Innovative Contamination Hub, alla giornata conclusiva del festival Il Rosso e il Blu nella sede dei dipartimenti di Ingegneria in via Branze.
Qui si è svolta una sessione plenaria di inspiring talk con personaggi del calibro della astronauta Meganne Christian, dei filosofi Telmo Pievani e Alberto Peretti, dell’imprenditrice, umanista e tecnologa Gianna Martinengo nonché di Valeria Cagnina e Francesco Baldassarre, con la prima nota anche per aver costruito a soli 11 anni il suo primo robot autonomo seguendo video tutorial su Youtube in inglese.
Fuochi d’artificio
Il fuoco è quello dell’energia e della passione di vivere, conoscere, esplorare nuove frontiere, che è stato anche il filo conduttore dell’evento, moderato dalla biologa e giornalista Elena Meli, tappa finale per quest’anno (ma già si guarda ad una seconda edizione il prossimo anno) della manifestazione organizzata dai due poli tecnologici, il bresciano Csmt e il bergamasco Kilometro Rosso, per parlare di innovazione in chiave etica e culturale, nell’occasione di Brescia-Bergamo Capitale della cultura.
«È stata una cavalcata sull’onda dell’innovazione - ha detto Trichilo -. Abbiamo deciso di uscire dalla nostra comfort zone per aprirci alla cittadinanza e soprattutto ai giovani, dimostrando che la crescita del Pil non è inversamente proporzionale alla sostenibilità».
Sul palco sono intervenuti anche il rettore dell’Università di Brescia Francesco Castelli, Salvatore Majorana, direttore di Kilometro Rosso, Giancarlo Turati, presidente Rete Iobo e InnexHub e, collegato online da Miami, Emidio Zorzella, presidente del Csmt. È risuonato chiaro un messaggio: l’etica può essere il vero motore della tecnologia e la curiosità la molla dell’innovazione.
Gli interventi
A darne fede la testimonianza di Telmo Pievani, che cita gli studi sull’editing genomico i quali dimostrano come il procedere sulla base del socratico «sapere di non sapere», alla fine, giovi alla scienza più di ogni bagaglio precostituito. L’importante è «lavorare sulla modalità qualitativa di fare ricerca in cui noi italiani siamo fortisssimi, con pochi paragoni nel mondo».
Nel Belpaese, infatti, è approdata Meganne Christian dell’Agenzia spaziale europea, che, dall’istituto bolognese del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha spiccato il volo per trasferirsi in Antardide a studiare per un anno il clima, la composizione dell’atmosfera, i flussi di radiazione solare e altri fenomeni.
Gianna Martinengo parla di nuovi paradigmi tecnologici nei tempi odierni caratterizzati da una forte interazione uomo-macchina e lancia un monito ai giovani: «Siate sempre curiosi, cercate di essere protagonisti e non solamente spettatori. Abbracciate il metodo per prove ed errore, e non abbiate paura dell’insuccesso». Empowermnent, nota la fondatrice di Women&Technologies, è «necessità di includere genti, generazioni e generi».
Bisogna coltivare il concetto di «bio impresa», rileva Alberto Peretti, un argine contro lo scientismo in quanto «tecnologia, efficienza, innovazione non sono valori, ma vanno considerati in funzione degli obiettivi che ci diamo». Infine, la tavola rotonda «The final: Colors Planet Guida FuTuristica», con tra gli altri, Antonio Calabrò, senior vice president Cultura di Pirelli e direttore della Fondazione Pirelli. L’appuntamento ora è per il 2024, oltre la Capitale della Cultura, perché il viaggio è appena cominciato.
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