Il gemello digitale è elemento virtuale, ma molto concreto
La prima avvertenza è di natura, per così dire, semantica. Si chiama digital twin, si traduce in gemello digitale e questo, appunto, potrebbe far correre a molti qualche brivido allergico lungo la schiena facendo immaginare chissà quali percorsi di complicanza e di costi. E’ un brivido che avrei condiviso fino a qualche giorno fa.
Nella realtà, dopo l’incontro che il Csmt ha promosso nella sala Libretti del GdB nei giorni scorsi, il digital twin dovrebbe fare meno paura, anche sul fronte dei costi. In sostanza e per arrivare al concreto: che è il digital twin?
Diciamo che è una tecnologia (un software) che consente di simulare direi qualsiasi cosa: come funzionerà un motore, come si comporterà un componente sottoposto a X sollecitazioni, come potranno disporsi le merci se cambio una serie di cose e input dentro il mio magazzino, quanta energia consumerò in più o in meno se faccio una certa cosa.
Anteprima di futuro. Insomma: previsioni di futuro sulla scorta di una serie di dati messi in un software, elaborati e rappresentati con immagini. Converrete con me che non è poi così male avere una sorta di anteprima di come potrà essere quel pezzetto di mondo prima di mettersi a farlo concretamente. Se voi andate su google e cercate digital twin vi dice cos’è e poi vi porta casi ed esempi di applicazioni concrete fatte normalmente da grandi aziende. Ecco: il pregio dell’incontro che il Csmt ha fatto nei giorni scorsi sta nel fatto che non possono essere solo i Grandi (la Dallara, la Rolls Royce, la General Electric) ad usare questo metodo, ma anche le medie imprese, anche le piccole. Perchè l’utilità è indiscussa e i costi - lo ha sottolineato con giusta enfasi il presidente diCsmt, Riccardo Trichilo - assolutamente contenuti.
Anche in pizzeria. Andrea Pasotti, che in Csmt segue in particolare i temi dell’innovazione, a dimostrazione di quanto l’utilizzo del digital twin possa esser vasto, ha portato un bell’esempio di applicazione in una pizzeria dove, sulla scorta di una serie di dati da immettere nel software, si arriva a simulare, appunto, come e quanto può cambiare (o dovrebbe cambiare) la gestione operativa, come organizzare il lavoro attorno al forno, se e come sia meglio in certi casi un forno unico o a nastro. Ma, alzando l’asticella, il sistema vale anche, per fare un altro esempio illustrato da Pasotti, per un pronto soccorso e figuriamoci per un’azienda o un motore.
Tutto quel che si può simulare (in pratica tutto) il digital twin lo fa. Tutto può avere un gemello. Patrizia Bucci (ceo della piemontese SimTec) va detto che è stata convincente. Partendo dalla simulazione messa in atto per le Olimpiadi di Torino 2006 è venuta via via a portare una definizione del digital twin che merita una riflessione: è la simulazione che gestisce i sincronismi fra diversi fattori.
Tutto quanto deve andare in sincronia (i giri di un motore piuttosto che l’entrata e uscita di un prodotto da un magazzino; dalla disposizione di un reparto alla ricerca ed eliminazione dei colli di bottiglia) può trovare nel software del digital twin un utile alleato che ti consente di fare prove e controprove, simulazioni di situazioni critiche o ribaltamenti organizzativi. Il tutto prima di metter mano alla realtà, alle cose concrete. Comodo.
Ecco la regisdtrazione integrale dell'incontro:
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato