Il Covid impone alle imprese di accelerare sulla digitalizzazione
Nulla sarà più come prima. Il 2020 è un anno che non dimenticheremo. «La pandemia ha trasformato le abitudini delle persone ma anche quelle delle imprese» conferma Alfredo Rabaiotti, innovation manager e amministratore unico di Becom, società di consulenza strategica che ha promosso un incontro online sul tema digitalizzazione e smart working trasmesso sul sito del GdB (potete rivederlo qui) e che rientra nell'ambito dell'iniziativa Impresa 4.0 del nostro giornale.
«A mutare sono innanzitutto le relazioni intese tradizionalmente - aggiunge Rabaiotti -, dato che la distanza implica il rinnovamento, se non addirittura la creazione ex novo, dei paradigmi». La digitalizzazione in quest'ottica è uno strumento molto efficace nelle mani delle imprese, a patto che queste se ne servano in modo congruo ed efficace. Il metodo messo a punto da Becom, denominato Digitalizzazione+, sposa a pieno tale tesi. «Nella scelta di un software per la gestione aziendale ci possono essere due approcci - spiega il consulente d'impresa di Becom, Mauro Oliani -, uno strumentale che comporta prima la scelta del programma di gestione e poi la soluzione dei problemi. Il secondo, per noi più corretto, è invece metodologico e condiziona la scelta del software ad un lavoro da svolgersi prima: solo sapendo dove migliorare e dove intervenire, la tecnologia può essere d'aiuto». Perché se è vero «che un'impresa può avere un collaboratore che lavora anche a 400 chilometri di distanza» sottolinea Rabaiotti, per fare questo è necessario essere strutturati organizzativamente in modo adeguato.
Un flusso condiviso di informazioni e la nuova veste del dipendente, sempre più responsabile dei processi «e in grado di effettuare un controllo proattivo e non di eseguire meramente delle indicazioni» spiega il collaboratore di Becom con alle spalle una carriera come direttore d’impresa Primo Bocchi, sono le basi per affrontare il cambio di paradigma a cui si accennava: «Chi prima del lockdown ha investito in questa direzione non ha avuto contraccolpi nella gestione aziendale» conferma Rabaiotti.
Resta però sempre aperto il capitolo relativo alle piccole e medie imprese, quelle che storicamente tendono a fare più fatica a recepire le innovazioni. «Da tempo stiamo mettendo in campo una forte e capillare opera di sensibilizzazione - afferma Andrea Pasotti, responsabile dell'area Innovazione gestionale e lean management del Csmt, il Centro servizi multisettoriale e tecnologico che insieme a Becom ha a tal fine creato l'Osservatorio digitalizzazione -. Il nostro invito alle imprese è di aderire a questo osservatorio, per contribuire a creare un ecosistema dell'innovazione». Perchè la trasformazione può sì spaventare, ma ciò che è novità può presto diventare normalità, con i nuovi paradigmi che da straordinari diventano quotidiani e fisiologici.
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