I timori delle aziende: «Per ora lavoriamo, ma per quanto?»
Italia ferma e Pil azzerato per il 2019. E anche alla Fiera di Parma la domanda è la stessa che circola in tutto il Paese: «Dove stiamo andando? Le imprese sono venute, i contatti li facciamo, ma la preoccupazione è alta». Lo dice ad alta voce il presidente della Automazioni Industriali di Nave e della Fondazione Castelli Giuliano Baglioni, prendendosi la briga di formulare un sentimento condiviso da molti espositori di Mecspe. «C'è insicurezza. Soprattutto fra le Pmi, che stanno subendo un forte calo degli investimenti. Anche le misure di iperammortamento sono sature. Come si vira? Noi qui ci presentiamo, ma abbiamo bisogno di più sostegno da parte del governo e di un piano economico solido capace di coinvolgere tutte le imprese».
Non è tanto questione di mancanza di lavoro: quello, stando a chi parla, c'è. Ma anche chi è già coperto per quest'anno è costretto a ricalibrarsi sull'incerto andamento dei prossimi mesi: «Lo vediamo qui a Mecspe: il mercato non è fermo. Però si naviga a vista. Il mercato italiano è andato molto bene nel 2018, ma quest'anno è calato tantissimo - conferma Francesco Buffoli, ceo della Buffoli Transfer spa in via Stretta -. Abbiamo ordini fino al 2020, ma mentre l'anno scorso il 50% del nostro fatturato (che è stato 25 milioni di euro, ndr), veniva dall'Italia grazie ai provvedimenti di Industria 4.0, per il 2019 stiamo lavorando al 90% sull'export».
Eppure, nonostante gli scenari siano poco rosei, gli imprenditori non hanno voluto perdersi l'appuntamento di Mecspe, dove il clima è comunque buono. Nei padiglioni affollatissimi (con immancabili code stradali) incontri B2B senza sosta fra gli stand delle 2.355 aziende, fra cui 97 bresciane, grandi protagoniste di questa 18ª edizione. Tante le iniziative 4.0 promosse durante la tre giorni: dalle esperienze immersive dentro al Tunnel dell'Innovazione, cuore pulsante della fiera di quest'anno e principale vetrina delle tecnologie più avanzate per la fabbrica digitale (fra cui gli impianti innovativi di Ori-Martin, uno dei quattro lighthouse plant selezionati dal Cluster Fabbrica Intelligente), ai saloni tematici dedicati ad additive manufacturing, manutenzione predittiva, logistica 4.0 e robotica collaborativa.
Curiosità che merita segnalazione: il Robobar, ovvero un bell’angolo di fiera con macchine che fanno cocktail, un cobot che mette dentro cialde da caffè, un altro che fa spremute di frutta. Vicino, quel che era un barista con la sua bella giacca nera che guarda il via vai. Chissà mai: metafora di quel che saremo. Poi alla bresciana Klain Robotics che ha mostrato i suoi ultimi prodotti: dai piccoli robot Denso alle navette autonome della MiR (Mobile industrial Robots), veicoli autonomi e collaborativi per il trasporto interno.
«Partecipare alla Fiera è importante anche per noi habitué, sia per i contatti sia per il confronto con altri del tuo settore. Per il 2019 abbiamo in programma due novità - annuncia Fabio Greco, presidente dell’azienda distributrice di robot per l'automazione (9 milioni di fatturato e 20 dipendenti) -: oltre ai prodotti nuovi, l'inaugurazione della nuova sede vicino a Brescia Centro e un'apertura in Tunisia per inserirci anche nel mercato maghrebino». Ma qui serve un progetto.
Insomma, l'atteggiamento degli imprenditori si mostra in linea con quello del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che durante l'evento di martedì 26 marzo sul welfare aziendale di Ubi Banca, ha lanciato un affondo al governo: le industrie ci sono, ma per crescere serve un piano a lungo termine, di cui la politica deve farsi carico.
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