I Big Data non salveranno l'Italia, ma il loro mercato vale oro
I Big Data non salveranno il mondo, forse. E probabilmente neppure l'Italia. Ma una cosa è sicura. Sono una delle leve della crescita del sistema economico globale e del sistema Paese in dettaglio.
La strategia di un'impresa e di interi comparti economici, oggi come oggi, non può più prescindere dall'analisi che la raccolta di grandi volumi di dati relativi ad un settore produttivo, ai consumi, a specifici fenomeni o tendenze rende possibile. Detto in altre parole: se siete un'azienda che guarda al futuro dotatevi di un Data Analyst e muovete dalle sue scelte. Molti (specie i più grandi) lo stanno già facendo.
Non è un caso, di conseguenza, se il mercato italiano dei Big Data Analytics, cioè appunto quello che distilla da tali dati informazioni utili a diversi ambiti lavorativi, si rivela sempre più maturo: nel 2019 ha raggiunto un valore di 1,7 miliardi di euro, in crescita del 23% rispetto allo scorso anno, oltre il doppio rispetto al 2015 (790 milioni). In pratica è cresciuto ad un tasso medio annuo del 21,3%.
Nei #software rientra il 47% della spesa #Analytics. Di questa quota, poco più della metà (53%) è imputabile a strumenti orientati alla costruzione di modelli d’analisi dei dati o alla visualizzazione degli stessi #OBDA19 #OssBigData pic.twitter.com/wch1WuBQqd
— Osservatori Digital (@Osserv_Digital) November 19, 2019
Sono alcuni risultati della ricerca dell'Osservatorio Big Data Analytics and Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno «Strategic Data Science: time to grow up!» organizzato dallo stesso ateneo lo scorso 19 novembre. La principale voce di spesa in Analytics sono i software (47%), seguita dai servizi (33%) e dalla risorse infrastrutturali (20%). Tra i settori, le banche sono al primo posto per quote di mercato con il 28% della spesa, seguite da manifatturiero (24%), telco e media (14%), servizi, Gdo e retail (8%), assicurazioni (6%), utility (6%), Pubblica Amministrazione e sanità (5%).
Un ingente salto in avanti è stato osservato invece sia sulla figura del #DataAnalyst, presente nel 76% di aziende, contro il 56% del 2018, sia per quella del #DataVisualization Expert, presente nel nel 21% di aziende (9% nel 2018) #OBDA19 #OssBigData pic.twitter.com/vjh1QV9raC
— Osservatori Digital (@Osserv_Digital) November 19, 2019
Resta però il divario fra le imprese di grandi dimensioni e le Pmi, in termini di investimenti e competenze di Data Science. Il 93% delle grandi imprese investe in progetti di Analytics, contro il 62% delle Pmi. E con la crescita degli investimenti in Analytics aumenta l'esigenza di competenze specifiche. La figura professionale più diffusa nelle grandi aziende è il Data Analyst, che si trova nel 76% delle grandi aziende, in crescita del 20% rispetto al 2018. Gli altri profili con l'incremento più significativo sono il Data Visualization Expert, presenti nel 21% delle grandi imprese (+12%), il Data Engineer, inserito in
oltre un'azienda su due (51%, +9%), e il Data Scientist (49%, +3%).
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato