Gli artisti e l’Intelligenza artificiale, tra tutele che non ci sono e risvolti etici
Egair è un’associazione che si occupa di fare lobbying con l’obiettivo di ottenere una regolamentazione delle AI generative in Europa, sia dal punto di vista dei dati che dal punto di vista creativo.
Due suoi rappresentanti, Lorenzo Ceccotti (che recentemente ha curato l’animazione illustrata del film «Il segreto di Liberato») e Francesco Archidiacono (fondatore insieme al primo dell’associazione MeFu, Mestieri del Fumetto) sono stati a Brescia: durante un incontro per studenti e docenti della Scuola Comics hanno parlato delle AI generative, delle preoccupazioni e delle implicazioni per la comunità creativa, che deve tutelarsi ma che può allo stesso tempo sfruttare gli strumenti.
La preoccupazione è lecita: negli ultimi due anni sono spuntate come funghi aziende che offrono di produrre immagini tramite tecnologia senza sfruttare i talenti di una persona creativa, tramite prompt o brief. In questo momento storico c’è dunque una forte scissione: chi è pro AI, chi è contro AI. Pochi si pongono nel mezzo.
Egair (che sta per European Guild for Artificial Intelligence Regulation) non è contro a priori: il tema va approfondito con consapevolezza. I problemi sono diversi, e il primo da affrontare è la privacy dei dati. Ci sono poi i pregiudizi e le discriminazioni, i bias, dato che i modelli sono costruiti su pregiudizi, basandosi su ciò che già c’è su internet (le persone musulmane generate dall’AI ricordano Bin Laden, le persone attraenti sono bianche, le persone autistiche sono bambini tristi…). E poi i consumi (ogni volta che si lancia un prompt su ChatGpt si sta versando a terra un bicchiere d’acqua, afferma Archidiacono), il rafforzamento dei difetti (ogni immagine errata generata va ad alimentare il corpus di informazioni) e, infine, l’aumento dei costi. «Solo chi può pagare potrà usare le AI: lo strumento sarà sempre meno democratico».
In questo momento, agli albori di questa tecnologia («che tecnologia non è: è un modo di sfruttare economicamente tecnologie già esistenti»), il discorso non è dunque solo pratico, ma soprattutto politico ed etico, dice Ceccotti. Fare lobbying è necessario ed essendo un processo regolamentato in Ue si basa su standard di trasparenza. «Andiamo dalle istituzioni rappresentando gli interessi della categoria dei creativi, ovvero 140mila artisti europei».
Cinque i punti su cui hanno deciso di concentrarsi inizialmente. Tra questi fondamentale è il primo: qualsiasi sia il dato che si usa per addestrare l’AI, dev’essere soggetto a una autorizzazione con consenso informato dei legittimi proprietari, «tramite l’estensione dei principi che proteggono i dati personali già introdotti dal Gdpr e l’introduzione di una nuova forma di protezione specifica per questo tipo di sfruttamento: il “training right”».
L’uso di nomi, opere, video, immagini, suoni e testi non licenziati o non ceduti per il training di AI, inoltre, deve essere secondo Egair vietato nei software che generano contenuti tramite prompt o media. E anche la «clonazione» di immagini, testi o video (su cui i prompt si possono basare, per esempio per generare immagini «nello stile di…») dovrebbe implicare una licenza per farlo. E così via. Tutto il manifesto, scritto a dicembre 2022, è disponibile al pubblico e si trova su egair.eu. Da gennaio 2023 lavorano per presentarlo alla Commissione europea, al Consiglio europeo e al Parlamento europeo, seguendo il processo legislativo fatto di presentazioni, approvazioni, votazioni, revisioni e lunghissimi step.
«Pensavamo di essere snobbati o di essere visti come una grana, ma le istituzioni ci stanno ringraziando perché proponiamo soluzioni pragmatiche e pratiche».
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