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Già iniziati i test sul 6G, per una connessione da 1 terabyte al secondo

Il nuovo standard permetterà di sfruttare le potenzialità del metaverso e la comunicazione tramite ologrammi
Il 6G promette connessioni fino a 1 terabyte al secondo - © www.giornaledibrescia.it
Il 6G promette connessioni fino a 1 terabyte al secondo - © www.giornaledibrescia.it
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Nonostante la connessione 5G non sia ancora diffusa su tutto il globo, sono partiti i test per il 6G, lo standard del futuro. Promette di fornire velocità maggiore e di facilitare la continuità tra mondo fisico e digitale per lo svolgimento di molte nostre attività, anche nel metaverso.

L'Intelligenza artificiale poi avrà un ruolo nella raccolta ed elaborazione dei dati. Oggi, il 5G può arrivare al massimo a 2 giga al secondo. Per la connessione di sesta generazione si parla di 1.000 giga al secondo, 1 terabyte. Per questo, l'avvento del 6G è anche definito passaggio dalla «giga» alla «tera» economy.  Rispetto alle reti 5G, il protocollo non fornirà solo velocità di trasferimento dati migliori ma anche una latenza inferiore e una maggiore affidabilità.

Le discussioni sulla standardizzazione della rete 6G dovrebbero iniziare intorno al 2025, la commercializzazione della tecnologia è prevista non prima del 2029.

I test

I test sul 6G sono stati già avviati da diverse realtà. Nei giorni scorsi Lg in collaborazione con il Fraunhofer Heinrich Hertz Institute e il Fraunhofer Institute for Applied Solid State Physics ha raggiunto un traguardo: ha dimostrato la possibilità di trasmettere dati nella banda compresa tra i 155 e 175 GHz fino ad una distanza di 320 metri all'aperto, battendo il suo precedente record di 100 metri. Si tratta di un passo importante verso test del 6G in ambienti reali, visto che l'obiettivo dichiarato dello standard è poter sfruttare celle in grado di coprire, ognuna, un raggio di 250 metri per offrire velocità di connessione in teoria di 1.000 giga al secondo.

L'Italia non è estranea alle sperimentazioni sul 6G. Tim, il Politecnico di Torino, l'Università di Pisa e altri atenei stanno testando il nuovo standard, agganciandosi al programma europeo Hexa-X che fa parte di Horizon 2020.

Orizzonti

Concetti che permettono di pensare all'avvento di applicazioni e servizi per i quali i tempi di risposta saranno azzerati. Se oggi, quando ci si muove in ambienti di realtà virtuale vi è ancora un minimo intervallo tra l'invio di un comando e la risposta, con il 6G tutto promette di diventare più naturale, con una maggiore integrazione tra fisico e digitale. 

Durante la World 5G Convention che si è tenuta ad agosto ad Harbin, in Cina, Zhang Yongtao, vicedirettore generale dell'Ericsson China Technology Department ha parlato proprio di progetti a cui il 6G potrà dar seguito, come gli ologrammi, su cui Ericsson sta già lavorando per mappare le persone in 3D e proiettarle in ambienti virtuali a cui accedere con visori e occhialini. 

Un'idea che verrà presto concretizzata dal metaverso di Meta-Facebook ma che vedrà, per Yongtao, pieno sviluppo solo con la rete 6G, capace di avvicinare le due dimensioni. Inoltre secondo Matti Latva-aho, direttore del 6G Flagship dell'Università di Oulu, l'AI giocherà un ruolo fondamentale poichè dovrà evitare la congestione della rete smistando in modo efficiente l'enorme quantità di dati prevista tra 10 anni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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