GdB Da Vinci 4.0 al via dall’Itis Castelli, tra genio e tecnica
Dimenticatevi l’operaio specializzato, il futuro del lavoro è nelle mani dell’Uomo vitruviano. Perché proprio nel celebre disegno di Leonardo, a cinquecento anni di distanza dalla morte del genio rinascimentale, si cela ancora il segreto di ogni trasformazione e di ogni progresso: la creatività delle persone. Con questa rivelazione fuori dagli schemi Massimo Temporelli - fisico, imprenditore e divulgatore scientifico - ha dato il via tra le aule dell’istituto Benedetto Castelli al nuovo progetto GdB Da Vinci 4.0. Partner del primo appuntamento l'azienda bresciana Regesta.
Scopo dell’iniziativa - sviluppata dalla collaborazione tra il Giornale di Brescia, Talent Garden e TheFabLab - è in primis «rispondere ad un sos lanciato dal mondo dell’impresa, che è alla costante ricerca di figure tecniche qualificate da inserire nei processi produttivi» ha sottolineato il direttore del GdB Nunzia Vallini. Inoltre Da Vinci 4.0, che non a caso richiama il genio pratico e creativo di Leonardo, vuole fornire ai ragazzi una panoramica degli scenari attuali e futuri, quelli che li attendono nel mondo del lavoro.
«La quarta Rivoluzione industriale non consiste nella digitalizzazione dei processi e delle attività, perché questo è già successo durante la terza - ha sottolineato Temporelli, cofondatore del laboratorio di fabbricazione digitale TheFabLab e cicerone dei cinquanta ragazzi del Castelli, selezionati dalle classi di automazione e meccanica -. Ora l’obiettivo è quello di portare i dati nel mondo delle cose, trasferendo i bit negli atomi».
La fabbrica sarà sempre più un luogo a metà tra il fisico e l’immateriale, in cui la tecnologia non solo annullerà i confini tra le varie attività di produzione, ma trasformerà radicalmente, e ha già cominciato a farlo, il lavoro. «L’iperspecializzazione non esisterà più - ha affermato Temporelli -, perché ogni macchina all’interno di un’azienda sarà connessa e legata all’altra. Ciò significa che il tecnico, cioè voi ragazzi che state oggi studiando, sarà chiamato a gestire questa relazione».
Il dialogo tra le tecnologie e i processi farà sì che un’azienda sia sempre più identificabile come un vero e proprio ecosistema, dove le sue parti si comportano in modo diverso ma all’unisono, in un unico grande movimento sincronizzato. E il tecnico multiforme che è destinato a governare questo sistema sarà difficilmente identificabile con la figura dell’operaio classico che lavora su una singola macchina. Occorre un passo avanti.
«Non dico che il classico tornitore sia destinato a scomparire in toto - ha precisato l’esperto -, ma di certo il lavoratore del domani sarà sgravato dai compiti più ripetitivi e faticosi. A lui infatti saranno richieste un’ottima cultura e, oltre alle capacità tecniche, anche e soprattutto quelle progettuali». La filosofia entra così nei capannoni e la creatività si unisce al saper fare. Ecco di nuovo Leonardo Da Vinci ed ecco soprattutto ancora una volta l’Uomo vitruviano. Quell’essere perfetto inscritto in un quadrato e in un cerchio, al centro di un universo sociale ed economico dove lui e non la tecnologia è il fattore di successo e competitività. In questo orizzonte quindi, in controtendenza rispetto alle visioni cupe e pessimistiche che attualmente paiono avere il sopravvento, c’è spazio per l’ottimismo.
«Ho grande fiducia nei giovani e nel futuro che li attende - ha confermato la dirigente scolastica del Benedetto Castelli Simonetta Tebaldini -, perché vedo in loro una grande voglia di misurarsi con il mondo, sia esso quello fisico sia quello della mente. Non sono chiusi in loro stessi e questo è ciò che più mi rende convinta di un domani luminoso».
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