Futura Expo ieri, oggi e domani

Le analisi spesso sono più puntuali a mente fredda. E a dieci giorni di distanza dalla fine di Futura Expo, smaltita la «sbornia» di storie aziendali e tecnologie, convegni ed esperienze, è possibile tracciare un’analisi, non tanto di ciò che sono stati i tre giorni al Brixia Forum, quanto di quella che sarà la loro eredità.

Innanzitutto repetita iuvant: la tensione del territorio bresciano verso la transizione sostenibile è un percorso che dura tutta l’anno, uno sforzo concreto che a Futura trova una vetrina ma che si attua ogni giorno nelle aziende e sui territori. Detto ciò appare evidente come appuntamenti quali quello del 7-9 marzo siano un beneficio per tutti, cittadini in primis. Qui si aggiunge una nuova, buona notizia.

Se l’expo così come la conosciamo tornerà nella primavera del 2027, l’anno prossimo sarà tempo di qualcosa di diverso. Camera di Commercio e Comune di Brescia hanno infatti stretto un accordo di collaborazione, aperto all’adesione di altri attori, per realizzare quello che potrebbe essere un Festival del lavoro. Qui in mostra dovrebbe finire il «saper fare» di Brescia, declinato proprio nella sua dimensione lavorativa.

Poco altro si sa al momento, se non che un ruolo di primissimo piano lo avranno i giovani, proprio come avvenuto pochi giorni fa. Valutazione su quello che potrebbe essere rimandata quindi a quando si avranno più informazioni. Evidente appare però come il seme di Futura stia continuando a germogliare.

E d’ora in avanti ad essere coinvolta sarà anche la Loggia, un passaggio non scontato e di certo fondamentale. Se all’iniziativa privata, flessibile, competitiva ed economicamente forte, si affianca l’attore pubblico, autorevole e trasversale, il mix che ne esce può risultare un esperimento vincente per provare a immaginare un territorio dove finalmente aziende e istituzioni possano lavorare insieme. Su questo dossier così come su altri decisivi per il territorio.