Formazione, i soldi ci sono ma le aziende sono distratte
Un pomeriggio intuitivamente del tutto particolare. a parlare di Industria (anzi di Impresa) 4.0, a stimare quando potranno essere licenziati gli ultimi decreti del Piano Calenda (quelli che sgravano i costi per la formazione), anche a immaginare quel che si potrà o dovrà fare, da qui in avanti, per acchiappare definitivamente quel treno tecnologico che sbrigativamente chiamiamo 4.0, ovvero l’irrompere delle tecnologie digitali nelle aziende.
Parlato se n’è parlato, ma intuitivamente la testa era anche un po’ fuori, a quel che capitava in Borsa, sui mercati, lo spread a 320 eccetera. Ma, fatta la premessa, i lavori sono andati avanti spediti, ospiti della Feralpi a Lonato, ad un incontro promosso da Ibc Consulting & Acf sul tema «Industria 4.0. Un aggiornamento sugli incentivi e contributi a favore delle imprese».
Dopo i saluti del presidente di Aib e padrone di casa, Giuseppe Pasini, Alberto Bertolotti di Ibs ha presentato i relatori, ovvero Marco Belardi (presidente di Uni CT 519, consulente del Mise), Ciro Colangelo (Invitalia, agenzia Mise), Elvio Mauri (direttore generale di Fondimpresa) e Mario Mazzoleni (direttore della Scuola di alta formazione dell’Università degli Studi di Brescia). I decreti sulla defiscalizzazione dei fondi (400 milioni) per la formazione 4.0, come detto, si fanno attendere.
Vedremo l’evoluzione del quadro politico per le necessarie coperture - ha esordito Bertolotti. Qui a Lonato, in questa stessa sede, un anno e mezzo fa, agli albori del Piano Calenda, lo stesso Bertolotti sollecitava incentivi non solo per i macchinari e la ricerca (iper e super ammortamento) ma anche per la formazione. C’eravamo quasi arrivati poi, come noto, c’è stato il 4 marzo. Si spera e si sta a vedere.
Ma nel frattempo, e sempre a proposito di formazione, vale la pena ricordare quel che Elvio Mauri ha ricordato a tutte le aziende. Fondimpresa è un fondo (aziende e sindacati) che gestisce fondi per la formazione che l’Inps gira dopo aver fatto le debite trattenute. Sono, all’incirca, 300 milioni l’anno versati da 180 mila aziende e utilizzati - attenzione - da 26 mila. Questo significa che ci sono migliaia di aziende che hanno fondi propri (perché son fondi nominativi) che non vengono utilizzati. Un alert non banale.
Una settimana fa il Ministero per lo Sviluppo Economico (il Mise) ha diffuso una circolare (che trovate sul nostro sito con un commento dello stesso Belardi) che contiene alcuni chiarimenti importanti in materia di investimenti retroattivi e possibile relativa agevolazione, oltre ad alcuni chiarimenti sulle date di avvio dell’investimento e quindi delle relative (o meno) agevolazioni.
Un tema da sottolineare è quello dei collaudi e in particolare dei collaudi sui cosiddetti grandi impianti che spesso scavallano sul fine anno-inizio d’anno per fare questi collaudi. Occhio: da leggere con attenzione. E la cara, vecchia Sabatini? Tranquilli: è vive e lotta insieme a noi, ha ricordato Ciro Colangelo, a proposito di una fra le leggi agevolative più gettonata (nel 2017 da quasi 2 mila aziende bresciane con investimenti medi di 273 mila euro). La Sabatini ha ancora capienza: 1,2 miliardi con intervento agevolativo del 3,5% per gli investimenti 4.0.
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