Faganelli: «Le nuove tecnologie opportunità per le start up»
Da diversi anni i giovani imprenditori di Associazione Industriale Bresciana puntano con decisione sulle start up, con iniziative concrete per far crescere l'interesse intorno a questo mondo, favorendo e sostenendo lo sviluppo di nuove idee capaci di contaminare anche l'industria "tradizionale".
Il presidente degli imprenditori "under 40", Alberto Faganelli, è convinto che il 4.0 sia un'opportunità non solo per chi un'impresa già ce l'ha, ma anche per chi desidera avviare nuovi progetti.
Presidente, prima di parlare di start up, un suo giudizio su digitalizzazione e imprese. Siamo in ritardo?
«In effetti un certo ritardo lo registriamo. Basti pensare che allo stato attuale siamo al secondo posto in Europa per la produzione manifatturiera, ma solo al venticinquesimo per il digitale! Il tema di Industria 4.0, poi, è salito alla ribalta in Italia solo lo scorso anno con l'approvazione di una serie di incentivi voluti dal ministro Carlo Calenda, piuttosto in ritardo rispetto alla Germania, Paese nel quale di queste cose si parla concretamente già dal 2012. In realtà, però, le aziende italiane più strutturate e all'avanguardia già da tempo si stanno muovendo in direzione della digitalizzazione dei processi produttivi e della gestione integrata dei dati.
Certamente quella che in molti ormai non esitano a definire quarta rivoluzione industriale porta con sé una serie di opportunità per le aziende italiane e forse potrà aiutarle a colmare quel gap culturale, che spesso rappresenta il primo ostacolo alla loro crescita e che le separa dai competitor dei paesi più virtuosi».
Guardando ora più da vicino l'universo start up, anche il governo sembra accorgersi del potenziale.
«Il ministero dello Sviluppo economico ha scelto di sostenere le start up attive nel 4.0, mettendo a disposizione 2,6 miliardi di euro per gli investimenti privati early stage. Un segno di attenzione importante nei confronti di chi vuol fare impresa in modo innovativo.
La nascita e lo sviluppo di nuove tecnologie legate al mondo dell'Internet of Things, uno degli assi portanti dello sviluppo industriale nell'ottica 4.0, permette a nuovi imprenditori dinamici e preparati di ritagliarsi uno spazio concreto in settori in forte crescita, ma soprattutto in grande evoluzione.
In che modo un'impresa che muove i primi passi sul mercato può avere un vantaggio rispetto a un'azienda di maggiori dimensioni?
«In ambiti come l'Internet of Things o la realtà aumentata, dove la velocità di sviluppo e realizzazione può essere fondamentale per fare la differenza, credo che la dinamicità di una start up non possa essere paragonabile a quella di un'azienda più strutturata, dove necessariamente sono richiesti tempi di approvazione e incubazione più lunghi per una nuova idea. Il miglioramento di sistemi già esistenti come RFID o QR Code e l'implementazione di nuove tecnologie abilitanti permettono di trasformare un oggetto non connesso in un dispositivo in grado di ricevere e gestire grandi quantità di informazioni in tempo reale. Sono ambiti a cui possono e stanno già concretamente lavorando molte start up anche perché spesso non sono richiesti investimenti proibitivi».
In questo senso sembra esserci fermento in tutta Italia, Brescia compresa.
«Le nostre università e i nostri centri di ricerca sono piene di giovani con idee all'avanguardia, che con l'aiuto dei nascenti Digital Innovation Hub potranno portare avanti progetti molto interessanti e, come si usa dire oggi, "potenzialmente disruptive». Il quadro è un po’ questo, dunque. Siamo un grande Paese manifatturiero ma dei nani per quanto riguarda il digitale. C’è l’occasione del piano-Calenda per risalire la china in tempi abbastanza veloci. Abbiamo poi intelligenze imprenditoriali e tecnologiche.
La risposta adesso tocca alle aziende. L’occasione è assolutamente da non perdere.
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