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Euroacciai riparte dal capitale umano per un futuro in chiave 4.0

L’azienda bresciana presieduta da Alberta Marniga punta al concetto di team con formazione a 360 gradi
Foto di gruppo con dirigenti e collaboratori della Euroacciai di Villa Carcina - Foto © www.giornaledibrescia.it
Foto di gruppo con dirigenti e collaboratori della Euroacciai di Villa Carcina - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Un’azienda non è la semplice somma delle sue funzioni, è un organismo complesso che cresce e si sviluppa secondo le logiche della competitività e della produttività, avendo sempre come baricentro le persone che al suo interno lavorano e che ne sono la vera essenza. E proprio perché sono donne e uomini il fulcro dell'impresa, il loro benessere e la loro valorizzazione sono elementi strategici per stare nei mercati.

Su questa consapevolezza la Euroacciai di Villa Carcina, specializzata nella commercializzazione di laminati piani in acciaio inossidabile tagliati a misura, ha costruito i suoi successi e un business che in pochi anni è cresciuto verticalmente.

Con il passaggio del timone nelle mani di Alberta Marniga e del marito Alessio Tommasini, che hanno ereditato la guida dal fondatore Bruno Marniga, i ricavi sono saliti attestandosi tra i 65 e gli 85 milioni di euro (a seconda del prezzo delle materie prime), 35 mila tonnellate di venduto e 40 dipendenti. «Questa impennata, unita ad un mutamento radicale del mercato, ha però portato con sè anche necessità diverse - spiega la presidente Marniga (il marito è amministratore delegato) -, cioè il bisogno di un’organizzazione diversa rispetto al passato, che partisse da quella attuale e da chi la forma per svilupparsi in una formula nuova».

L'incontro con Becom di Alfredo Rabaiotti ha permesso di muovere il primo passo in questa direzione, con la messa a punto di un «modello di stabilimento» olistico per ottimizzare processi, flusso di lavoro, risultati ma anche l'esperienza di ciascun lavoratore all'interno dell'impresa. «Fin da subito è emerso un enorme attaccamento dei collaboratori all’azienda - spiega il ceo di Becom Rabaiotti -. Per questo la visione di cambiamento è stata condivisa da tutti».

Questo percorso in divenire poggia in primis su una rimodulazione dei ruoli, a partire da quello strategico del responsabile di produzione, strettissimo collaboratore della dirigenza. «La sua propensione a mettersi in gioco dopo anni di lavoro in un determinato modo non era scontata - sottolinea il consulente di Becom, Enrico Fasoli -. Andare verso un’azienda dove il management sia più orientato a pianificazione e controllo e meno alla gestione dei processi è l’obiettivo ultimo». Ciò ha quindi fin da subito portato all’emergere di una necessità: cioè l’inserimento di un «capo fabbricazione», da affiancare nei prossimi mesi al responsabile di produzione.

E nel mentre di questo passaggio organizzativo che è anche generazionale, tant'è che in Euroacciai sta entrando in punta di piedi anche il figlio della presidente e dell’ad Maurizio, «tutti, e dico tutti, hanno deciso di cambiare - conclude Alberta Marniga -, perché ci troviamo in un momento di snodo cruciale. E siamo convinti che il miglioramento continuo, affiancati da esperti, sia il proseguimento naturale della grande crescita fin qui raggiunta». E questo è gioco di squadra.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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