GdB & Futura

Energia, nuove frontiere: c'è anche un po' d'Italia

La fusione a confinamento magnetico è una delle sfide e degli ambiti di ricerca cui si sta applicando l'Eni
Un sistema magnetico toroidale alla fine delle operazioni di assemblaggio
Un sistema magnetico toroidale alla fine delle operazioni di assemblaggio
AA

La possiamo chiamare fusione solare, in termini più corretti «fusione a confinamento magnetico» ed è una delle sfide e degli ambiti di ricerca cui si sta applicando l'Eni. L'idea di fondo è di replicare in piccolo quel che accade nel Sole, ovvero la fusione di due nuclei di isotopi d'idrogeno che, liberando enormi quantità di energia, scaldano il Sole e noi con lui.

È considerata un’energia pulita, una delle cosiddette nuove frontiere, salvo il fatto che è agli albori. L'Eni ha istituito un gruppo di ricerca e siglato un accordo con una startup statunitense per realizzare una sorta di reattore sperimentale dove, a cento milioni di gradi, si cercherà di capire se e come il plasma reagirà alla fusione di due nuclei di isotopi di idrogeno, replicando appunto quanto accade sul Sole.

Scrivo 100 milioni di gradi e non è un errore. Per questa ragione si chiama fusione a confinamento magnetico: perché il plasma galleggerà a mezz'aria grazie ad un campo magnetico. Tema complicato e a dir poco futuribile, ma conforta che ci sia un po' d'Italia.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato