Energia, controllo dei prezzi ed efficienza per governare la volatilità dei mercati
Prima di poter intavolare qualsiasi discorso relativo all’energia, e al gas in particolare, bisogna mettere in chiaro una cosa: il mercato è sempre stato altalenante e la volatilità è un elemento fondamentale del quale tenere conto quando si parla di energia.
«Non si può prevedere l’andamento dei prezzi - conferma Alessio Frigerio, managing partner di Energy Saving, società specializzata nella consulenza sulla gestione dei costi e dei consumi energetici -. Ora quindi, passata la tempesta dei prezzi folli, le aziende non devono comportarsi come sempre hanno fatto e aspettare il prossimo shock ma necessitano di trovare un’altra strada».
E il progetto Arena Energia promosso dalla società di Monza e che al Kilometro Rosso di Bergamo ha fatto il suo esordio, vira proprio in queste direzione, un cambio di visione, strategica e culturale, sui temi energetici.
Cultura
«Lo scopo è quello di costruire una piattaforma partecipativa - spiega Paolo Pelizzari, founding partner di Energy Saving -, e attraverso il dialogo capire cosa succederà in futuro, la più grande domanda che si pongono le aziende». Aziende che, a detta del giornalista di Radio24 Maurizio Melis, «non sono state in grado di sfruttare gli ultimi due anni di prezzi bassissimi», e che si trovano dinanzi alla grande sfida di conciliare la sostenibilità economica delle politiche energetiche aziendali con la transizione ambientale.
«Lo tsunami appena affrontato ci ha messo nelle condizioni di capire l’importanza di una gestione strategica dei prezzi - afferma Renato Ornaghi, anch’egli tra i fondatori di Energy Saving -. Il presidio dei mercati e la pianificazione della transizione sostenibile, principalmente interna alle imprese, sono i cardini sui quali improntare le proprie strategie».
Anche perchè, come già accennato in precedenza, «la volatilità è caratteristica strutturale dell’energia, tema del quale per lungo tempo la politica si è disinteressata - rimarca Gianclaudio Torlizzi della società di consulenza T-Commodity -. Abbiamo fatto affidamento troppo sulla filiera energetica cinese ma ora la guerra ci ha fatto capire che la globalizzazione così come l’abbiamo conosciuta fino ad adesso è finita».Questo comporta perciò la necessità di ripensare l’intero settore, «e in Italia partiamo da una situazione complicata sul fronte delle energie rinnovabili - aggiunge Torlizzi -, visto che non abbiamo capacità estrattiva per quelle materie prime, vedi per esempio il silicio, necessarie a sviluppare le tecnologie verdi. Serve un cambio di passo, se non si vuole che quanto avvenuto con la Russia per il gas avvenga in futuro con la Cina, per esempio per quanto concerne il litio». Ecco perchè gestione dei prezzi e risparmio energetico risultano fondamentali nelle prime fasi di questa transizione.
I Ppa
Ma a disposizione delle aziende ci sono anche altri strumenti per affrontare il cambiamento. «Si pensi per esempio ai Ppa (Power purchase agreement ndr), contratti di fornitura elettrica a lunga durata che le imprese possono stipulare direttamente con le società produttrici di energia - spiega Lorenzo Parola, avvocato dello studio Parola Angelini -, che basano la loro attività su impianti rinnovabili».
E tutti questi elementi sommati fra di loro forse non danno una risposta ma una conferma sì: sull’energia le aziende devono cominciare a ripensare loro stesse.
@Tecnologia & Ambiente
Il futuro è già qui: tutto quello che c’è da sapere su Tecnologia e Ambiente.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato