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Direttiva Case Green: sfide e soluzioni a Futura Expo

Angela Dessì
Dal palco della Blu Arena Ziletti lancia la «Carta Brescia» per gli edifici a vincolo di tutela
L'incontro alla Blue Arena di Brixia Expo - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'incontro alla Blue Arena di Brixia Expo - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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La Direttiva case green approda a Futura Expo e grazie al convengo organizzato da Camera di Commercio e Ance mette sul piatto alcuni degli interrogativi più scottanti della transizione verde in chiave edile. Ovvero: le regole possono davvero valere per tutti? E soprattutto: chi paga per questa rivoluzione? I dati, snocciolati per primo dal presidente dell’istituto camerale Roberto Saccone, parlano chiaro: nel nostro Paese il 40% dei consumi energetici è da imputare proprio al settore civile, che è responsabile del 36% delle emissioni.

Se a questo si aggiunge che in Italia il comparto conta circa 14 milioni di edifici e 50 milioni di abitazioni, di cui il 75% in classe E,F o G, quindi da rimettere a norma, il quadro è chiaro, e palesa in modo evidente le innumerevoli variabili che nell’adeguamento della Direttiva stessa il Governo dovrà tenere a mente. Anche perché, è non è cosa meno importante, nel nostro Paese i beni sottoposti a vincolo culturale o paesaggistico non si contano sulle dita di una mano, anzi: il Ministero ha censito oltre 46mila beni architettonici vincolati, cui si aggiungono circa 100mila beni di proprietà della Chiesa, circa 6mila archeologici e quasi 9mila manufatti di interesse. Un bel grattacapo, se si pensa di dover mettere «a posto» anche quelli, che comunque sono una piccola parte dei beni storici e come tali potrebbero anche correre il rischio di essere accantonati.

Il punto

Sul palco della Blu Arena va dunque in scena il consueto richiamo al pragmatismo ed alla sburocratizzazione, che passa per l’invito a recepire la direttiva declinandola in modo adeguato, territoriale e sul medio e lungo termine. Se infatti Vincenzo Corrado (Politecnico di Torino) e Ilaria Bertini (Enea) si soffermano sugli aspetti più marcatamente tecnici del documento, l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, in collegamento video, picchia duro da un lato sulla necessità di creare «un coordinamento più forte tra il Governo nazionale e la Commissione, eliminando l’impostazione talebana integralista» e dall’altro sul «problema economico di chi paga cosa», tema particolarmente stringente in un Paese in cui il patrimonio immobiliare è caratterizzato da una grande frammentazione anche di proprietari, elemento che la Tovaglieri definisce «una grande ricchezza per il Paese», ma che proprio in questa logica va salvaguardato.

Al tema si collega anche l’intervento del vicepresidente nazionale e presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi, che non a caso indugia sull’importanza dell’equità della transizione green, che dev’essere tale «sotto il profilo ambientale ma anche economico e sociale». E se Pietro Almici di Anima Confindustria Meccanica e Maurizio Fusato di Presider (gruppo Feralpi) si soffermano sull’importanza di misure che non lascino indietro nessuno e sulla progettazione integrata degli edifici, complici tecnologie sempre più all’avanguardia, il segretario generale della Camera di Commercio Massimo Ziletti dal palco di Futura lancia un nuovo modello nazionale: la «Carta di Brescia», un protocollo per il miglioramento energetico degli edifici soggetti a vincolo di tutela che ha già ottenuto il benestare del Ministero e che potrebbe diventare presto un punto di riferimento per l’intero Paese.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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