Diamoci una mossa: vale per l'università, ma anche per le aziende

Più di 200 professori, poco meno fra dottorandi e ricercatori. E 5mila studenti. La facoltà di Ingegneria cittadina resta il più importante centro di ricerca e formazione in chiave tecnologica. È una ovvietà il dirlo. Lo è meno ricordare, però, l’enorme distacco che continua sorprendentemente ad esserci fra Ingegneria e le aziende bresciane.

Un professore ricorda che sono una qualche decina le aziende che hanno avviato, a titolo diverso, rapporti con la nostra università rispetto ad almeno un migliaio di aziende che (per dimensioni e struttura) potrebbero trarre benefici se avessero invece questo rapporto. E non è solo colpa dell’università. Che magari continua ad avere qualche barriera all’ingresso; che magari non riesce, come si dice, a vendere al meglio quello che fa; che magari mantiene una qualche vischiosità che può scoraggiare, soprattutto le aziende più piccole.

Ma le altre, quelle non micro, che rapporti hanno, che idea hanno di quello che là dentro - fra via Branze e via Valotti - si fa ogni giorno? Perché non provano a capire se un qualche rapporto lo si può instaurare? Un rapporto serio, produttivo, maturo da capire che Ingegneria non è un bancomat delle idee e soluzioni (magari a titolo gratuito), che non è l’ufficio Ricerca e Sviluppo dell’azienda ma che una mano la può dare.

Tocca ad entrambi fare un passo, alle aziende e all’università. Noi ci proviamo anche sulla memoria di una iniziativa di qualche anno fa («Un aperitivo con l’innovazione») che qualche buon riscontro l’aveva avuto. E ci proviamo raccontando, settimana dopo settimana, quel che a Ingegneria si fa. Sperando trovi interesse in qualche azienda.