I dazi e la lezione di Marc Bloch

I mercati sono in defibrillazione per la scelta degli Stati Uniti. E qui entra in gioco l’emotività delle persone
Wall Street - Foto Ansa/Afp/Charly Triballeu © www.giornaledibrescia.it
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L’effetto che l’imposizione dei dazi statunitensi sta avendo sui mercati globali fa capire ancora di più quanto la finanza sia influenzata dall’emotività. Senza voler entrare nello specifico, si capisce subito come i timori, o le speranze, abbiano effetti diretti sulle transazioni. Ampliando lo sguardo ciò vale anche per l’economia reale.

Marc Bloch, uno dei più influenti storici del secolo scorso, negli anni ’40 del Novecento scrisse che ogni fatto storico è un fatto psicologico. Ciò significa che tutto ciò che è successo nel passato è influenzato in modo diretto dalle emozioni delle persone e quindi dalla loro formazione, dal contesto familiare, dalla società e via dicendo. Può sembrarci banale ma prima di lui nessuno l’aveva teorizzato. Fu una rivoluzione in ambito storiografico, e anche a noi che viviamo in un mondo estremamente più consapevole tale teorizzazione può tornare quanto mai utile.

Spesso siamo infatti convinti che le cose vadano verso uno sviluppo incessante, che il progresso sia inevitabile, anche grazie al costante miglioramento tecnologico. Ci dimentichiamo però di come la Storia spesso abbia smentito questa tesi e di come l’idea del tempo come una linea retta che parte da un punto e arriva a un altro non sia comune a tutte quante le culture. Già solo smentire questa affermazioni permette di capire come mente ed emotività delle persone plasmino gli avvenimenti più di qualsiasi altra cosa.

In campo economico avviene né più né meno la stessa cosa. Certo è che il successo o meno di una politica nazionale e di un investimento privato dipendono da un enorme serie di fattori, a partire da una studiata e razionale organizzazione delle scelte. Ci dimentichiamo però come a ciò si debbano aggiungere elementi come motivazione, coraggio, paura, cautela e chi più ne ha più ne metta. Siamo infatti troppo abituati a vedere il mondo come una macchina, fatta di ingranaggi. Così non è, almeno non totalmente.

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