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D'Annunzio, per un aeroporto cargo e sostenibile «Brescia pronta ad investire»

Dalla messa a terra del Piano di sviluppo con «bandi entro il 2024» alle prospettive di intermodalità ferro-aria
Un grosso cargo  in fase d'atterraggio sulla pista del D'Annunzio
Un grosso cargo in fase d'atterraggio sulla pista del D'Annunzio
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«La domanda che mi pongo, a proposito di sostenibilità, è questa: impatta di più avere un’area a rischio dismissione o la prospettiva di avere un hub aeroportuale che consenta di veicolare merci in un’ottica intermodale ferro-aria, togliendo queste ultime dalla gomma, e rispondendo a un’esigenza del tessuto industriale? Il sistema Brescia è pronto a investire e sarebbe sciocco non cogliere questa opportunità».

A porsi la domanda è l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi intervenuto al convegno «Aeroporto di Montichiari: il ruolo della logistica per un sistema interconnesso sostenibile» tenutosi a Futura, a ribadire come la Regione creda nello sviluppo del D'Annunzio «tanto da aver ottemperato a tutti i passaggi di nostra competenza» anche rispetto al Piano di sviluppo aeroportuale.

Piano di Sviluppo 2030

Il quadro in cui si colloca questa lettura è quello dell’orizzonte a cui traguarda appunto il Piano di sviluppo del D’Annunzio, per il quale Save - gestore degli aeroporti veneti e maggiore azionista della scaligera Catullo, cui fa capo anche l’aeroporto bresciano - ha incassato un primo via libera dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (al netto di una consistente serie di prescrizioni). Dopo il potenziamento – che include l’allungamento della pista da 2,9 a 3,45 km, l’implementazione delle strutture di terminal cargo con conseguente deviazione della Sp 37 - lo scalo potrebbe arrivare nel 2030 a movimentare 429mila tonnellate di merci, ma pure un numero di passeggeri stimato attorno al milione.

Una risposta concreta alle esigenze del tessuto imprenditoriale non solo bresciano ma dell’intero Nord Italia, ha tenuto a sottolineare Giuseppe Pasini, presidente di FeralpiGroup e past president di Confindustria Brescia, con la prospettiva per il D’Annunzio (già terzo scalo merci nazionale) di divenire sul fronte del traffico cargo «una seconda Malpensa» dal respiro internazionale, nodo chiave tra il Nord Europa e l’Africa.

Scarpa (Save): «Bandi entro il 2024»

Dietro il Piano di sviluppo ci sono però risorse da iniettare (la stima nel 2019 quando fu redatto il documento era di 101 milioni di euro) e tempi, ancora non certi: «Non vediamo l’ora di investire sullo scalo bresciano ha ribadito Monica Scarpa, amministratore delegato di Save, che ha ricordato come «il programma di investimenti preveda, tra il 2023 e il 2032, l’impiego di oltre 50 milioni di euro». Per l'ad «le autorizzazioni ora ci sono tutte», ma i tempi degli ulteriori passaggi istruttori fra Enac e Procedura di conformità urbanistica consentiranno la messa a gara dei lavori previsti secondo i migliori auspici «entro il 2024».

I relatori del convegno a Futura Expo - New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
I relatori del convegno a Futura Expo - New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Nell’expo della sostenibilità il vantaggio di avere uno scalo merci a disposizione del territorio è stato tema più volte toccato, tra gli altri anche da Paolo Bisogni, presidente dell’Associazione italiana di logistica (Ailog), che ha prospettato come scenari tutt’altro che futuribili quelli del ridisegno anche del trasporto passeggeri, complice l’elettrificazione: «Sulla lunga tratta non funziona, ma su quella piccola sì. Ecco di qui la possibilità di disporre attraverso navette elettriche di collegamenti su brevi distanze tra aeroporti locali e hub internazionali». Prospettiva in cui ben si inserirebbe anche il D’Annunzio.

ABeM: «Pronti a investire 6,5 milioni»

E se Guidesi assicura che «le competizioni tra i molti scali del lombardo-veneto contrastano con le esigenze di mercato», i bresciani assicurano che sono pronti a fare la loro parte, specie sul fronte degli investimenti. Se non nell’imminente aumento di capitale che vede tra i soci attuali il solo Ente Pronvincia, in quelli a venire. Lo assicura tra gli altri, a margine dell’incontro Roberto Saccone, numero uno della Camera di Commercio, parte attiva di ABeM assieme alla stessa Confindustria Brescia: «Da parte abbiamo già 6,5 milioni e siamo disposti a metterli sul tavolo».

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