Dalla tempesta a Vaia Cube, l'amplificatore per smartphone
L’eco di Vaia, la tremenda tempesta che alla fine dell’ottobre 2018 ha flagellato i boschi di tutto il Nord Est italiano, fa ancora paura. Per esorcizzare quel rumore di alberi abbattuti una startup trentina ha deciso di imprigionarlo in cubo, capace di restituire in cambio musica.
L’impresa innovativa si chiama proprio Vaia, esattamente come la catastrofe di una anno fa, e ha sede a Borgo Valsugana, uno dei centri più colpiti del Trentino dove si stima siano andati distrutti arbusti pari a 8,5 milioni di metri cubi di legname. Qui nel corso del 2019 Federico Stefani ha avuto un’idea per dare nuova vita a quegli alberi morti e insieme speranza ad un’intera area.
È nato così Vaia cube, un vero e proprio amplificatore per musica destinato agli smartphone, una cassa passiva cioè che aumenta la potenza senza utilizzare tecnologie. È realizzato in abete rosso, «un materiale che permette di restituire un suono molto nitido e e molto apprezzato dai maestri liutai» sottolinea Federico che ora guida un team di 15 persone, per mani di artigiani locali che da ottobre hanno iniziato a intagliare il legno in esubero. Proprio questa sua peculiare caratteristica artigianale rende ogni singolo oggetto unico, visto che i cerchi sul legno grezzo sono esattamente quelli della pianta dalla quale deriva.
Ma oltre al business di Vaia cube, presentato ufficialmente nell’ottobre scorso ad un anno esatto dalla tempesta, c’è qualcosa di più. «Parte del ricavato andrà a ricostituire l’ecosistema esistente prima del disastro ambientale - si legge infatti sul sito www.vaiawood.eu, dove è possibile acquistare la cassa al prezzo di 54 euro -. Oggi usiamo gli alberi del Nord Est, domani recupereremo altre risorse naturali, ridando loro dignità”.
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