Da Vinci 4.0: «Per il lavoro di domani dovete prepararvi subito»
Il robottino Nao fa sempre il suo effetto, perché quando in mezzo alla lezione lo senti dire «ho proprio urgentemente bisogno di essere ricaricato», risate e commenti partono a ruota libera. Però, quando poi sullo schermo appaio i robot della Boston Dynamics (per intenderci quei quadrupedi che migliorano da soli le proprie prestazioni, che siano Spot, Wildcat o Atlas poco importa) e che, tanto per fare un esempio, abbassano una maniglia per aprire una porta senza che nessuno glielo abbia mai insegnato, allora la faccenda cambia.
Le espressioni degli ottanta ragazzi di quattro classi di quarta (meccanica e informatica) del Benedetto Castelli di Brescia variano dall’attonito allo stupito, passando per tutta la gamma dei punti interrogativi che nascondono mille domande. «Far finta che il futuro non sia dietro l’angolo non solo non cambia le cose - spiega Massimo Temporelli, fondatore e presidente di TheFabLab, fisico e divulgatore scientifico -, ma è soprattutto profondamente sbagliato. Per il domani, che per voi sarà l’oggi lavorativo, dovete prepararvi adesso».
Fotogrammi dal secondo appuntamento con il Da Vinci 4.0, il progetto voluto dal Giornale di Brescia, in collaborazione con TheFabLab e Talent Garden, per portare le nuove tecnologie nelle aule ai ragazzi per i quali quel mondo sarà pane quotidiano.
Racconta Temporelli dell’evoluzione dell’industria partendo dagli albori dei cambiamenti, e se sulla prima e la seconda rivoluzione i ragazzi non hanno problemi a orientarsi, sulla terza e la quarta le risposte tardano ad arrivare. Lui li ammonisce: «Quando entrerete nel mondo del lavoro, qualsiasi sia il campo che sceglierete, avrete a che fare con Internet of things, additive manufacturing, big data, robotica e simulation. Perciò è fondamentale che conosciate quello di cui parliamo oggi».
Spiega che, sempre più, l’interconnessione sarà la chiave di volta, che questa tecnologia già ci circonda e lo dimostra con estrema semplicità: ordinando al suo smartphone di accendere la luce in salotto a casa sua a Milano. Oggi si direbbe che Leonardo era multitasking, «per questo abbiamo deciso di chiamare Da Vinci questo progetto», ma ormai è necessario «pensare in modo olistico, perché tutto fa parte di un grande ecosistema».
Anche da questo nasce la riflessione di coinvolgere tra le otto scuole che partecipano quest’anno non solo istituti tecnici, ma anche professionali e licei. Così in questa realtà interconnessa tutto ha a che vedere con tutto: «Pensate a una stampante 3d - prosegue Temporelli - dentro lì c’è la meccanica, ma anche l’elettronica, l’informatica e la chimica. Aree diverse che insieme hanno permesso di realizzare una tecnologia che a sua volta stampa oggetti. E non parlo solo di gadget, ma di prototipi, pezzi di ricambio, lotti di prodotti personalizzabili».
Il percorso del 4.0 deve entrare sempre di più nella mentalità di chi si sta preparando ad entrare nel mondo del lavoro: «Perché le aziende ricercheranno sempre più questo tipo di figure, tecnici, certo, ma in grado di affrontare problemi complessi e globali», sottolinea Marco Libretti, direttore di InnexHub (uno dei punti di cultura digitale previsti dal piano Calenda) nato dentro l’Associazione Industriale Bresciana, che del Da Vinci 4.0 è uno dei sostenitori.
Fantasia, creatività, pensiero laterale che i ragazzi potranno mettere alla prova in primavera quando si sfideranno per aggiudicarsi il primo gradino del podio dell’hackathon, la gara di progettazione e idee che li impegnerà per un intero giorno. Top secret, ovviamente, l'argomento su cui si confronteranno le otto scuole, ma sarà di sicuro qualcosa che servirà a rendere il nostro mondo un po’ migliore.
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