Da Termoli alla Campania fino al Piemonte, le nuove gigafactory italiane

Anche l’Italia avrà la sua, anzi le sue gigafactory. Gli enormi siti produttivi pensati per la produzione di veicoli elettrici sono saliti alla ribalta grazie all’innovazione di Tesla, prima azienda a investire in questi siti, centri di produzione delle batterie al litio.
La principale gigafactory italiana, ma non l’unica in cantiere, sorgerà a Termoli, in provincia di Campobasso, per volontà di Automotive Cells Company (ACC), la joint-venture che ha per soci Stellantis, Mercedes e TotalEnergies. Partirà nel 2026 e arriverà a pieno regime nel 2030 con 2.000 occupati e 40 gigawatt/h prodotti.
Termoli, sede di uno storico stabilimento di quella che fu la Fiat, diventerà così il terzo polo europeo di produzione di batterie, con Francia e Germania, a cui si aggiungeranno altre due fabbriche negli Usa e in Canada. L'investimento complessivo europeo ammonterà a 7 miliardi di euro.
L’altro è quello a Scarmagno (Torino), nell’ex area Olivetti. Capofila del progetto è Italvolt: la roadmap fissa l’avvio dei lavori alla fine del 2022 e l’obiettivo di aprire i battenti entro il 2024, con nel mirino una produzione enorme, fino a 45 Gwh.
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