Cresce l’agricoltura digitale ma la frenata degli incentivi rallenta gli investimenti
L’agricoltura italiana guarda sempre più alla tecnologia da applicare sia dentro i campi sia fuori. C’è però un ma, un freno alla digitalizzazione dei processi.
La fine, o quantomeno il ridimensionamento, degli incentivi ha infatti rallentato gli investimenti e ora la speranza, per l’agrifood, così come per gli altri ambiti industriali, risiede nel nuovissimo Piano Transizione 5.0 recentemente varato dal governo.
Partnership
Secondo lo studio realizzato dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of management del Politecnico di Milano e dal Laboratorio Rise (Research & innovation for smart enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, sette aziende agricole su dieci utilizzano già soluzioni di agricoltura 4.0, anche se la superficie coltivata con tecnologie digitali si ferma al 9% del totale nel 2023, in leggerissima crescita rispetto all’8% calcolato in relazione ai precedenti 365 giorni.
Nuovo record
Gli effetti del cambiamento climatico e gli eventi meteorologici che hanno impattato l’agrifood si sono inoltre fatti decisamente sentire, spingendo il mercato a nuovo record di investimenti a 2,5 miliardi di euro nel corso del 2023, facendo registrare +19% rispetto all’anno precedente. Macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo dei mezzi agricoli rappresentano circa metà del mercato, ma diversi fattori, tra cui la progressiva riduzione degli incentivi statali, ha portato un calo rispettivamente di -7% e -10.
«Nel 2023, abbiamo assistito a una sostenuta crescita del mercato ma anche ad un incremento più modesto della superficie coltivata con tecnologie digitali e delle aziende che applicano concretamente almeno una tecnologia - spiega Andrea Bacchetti, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood -. Chi storicamente ha già investito nel digitale per l’agrifood raggiunge risultati positivi e quindi prosegue ad investire in maniera ancora più intensa, ma nuove aziende faticano a fare il primo passo».
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