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Così la chimica verde aiuterà ambiente e clima

Nuove strade si sono aperte e si preparano a prendere forma nei prossimi anni. A Roma la premio Nobel Frances Arnold
La premio Nobel Frances Arnold - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
La premio Nobel Frances Arnold - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Fabbriche di microrganismi che producono metalli preziosi come il platino, carburanti puliti per gli aerei, fino alla possibilità di stabilire connessioni fra gli organismi, in una sorta di versione vivente dell'internet delle cose: sono solo alcune delle strade appena aperte dalla chimica verde e che si preparano a prendere forma nei prossimi anni.

«È un continuo evolversi di scoperte e applicazioni», ha detto Frances Arnold, vincitrice del Nobel per la Chimica nel 2018 per avere gettato le basi scientifiche e tecnologiche della chimica verde. A Roma, all'Accademia dei Lincei, ha presentato la «sua» nuova chimica: «È un campo di ricerca affascinante, al centro della rivoluzione verde», l'ha definita il presidente dei Lincei, Giorgio Parisi. È una chimica «completamente inedita» quella inaugurata da Arnold e, «come per la biologia, il filo rosso è l'evoluzione», ha detto il Nobel, che lavora al California Institute of Technology (Caltech) ed è co-presidente del Consiglio scientifico del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Un ruolo che affronta con la consapevolezza che il rispetto dell'ambiente passa anche attraverso azioni che investono la politica e l'economia, come la tassazione delle attività inquinanti.

Quarta donna ad avere vinto il Nobel per la Chimica, Arnold vorrebbe vedere il ruolo delle donne nella scienza e nella società riconosciuto come meriterebbe e, per quanto riguarda il Nobel, le piacerebbe vedere più donne rappresentate nella commissione che assegna il premio. È una sfida, tra le tante che affronta nel suo lavoro, come quella di imitare i processi naturali per ottenere nuovi enzimi.

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La chimica verde affonda quindi le radici nella conoscenza dei processi naturali, «ma sappiamo che i meccanismi utilizzati dalla natura sono in numero finito» ed è per questo, ha osservato, che è il momento di «mettere a punto nuove risorse imitando i processi naturali», considerando la possibilità di ottenere «biomolecole che non hanno una controparte nella natura». Un progetto che ha molti punti in comune con la biologia sintetica e che punta a fare degli enzimi, che Arnold definisce «proteine fantastiche e complesse», gli strumenti per ottenere «risorse, utili alla nostra vita», da biocarburanti amici dell'ambiente a nuovi strumenti al servizio dell'agricoltur per combattere gli insetti nocivi senza danneggiare le colture e senza rischi per l'uomo. «Vogliamo ottenere - ha detto - proteine migliori per applicazioni importanti per l'uomo e la società».

La strada parte dalla natura e in questo momento la ricerca sta attraversando una zona di confine fra gli enzimi naturali che promuovono la catalisi ed enzimi che promuovono reazioni mai viste finora, come quelle che un giorno porteranno a trasformare i microrganismi in fabbriche di metalli preziosi. Sempre di più i programmi del campo di ricerca aperto dalla «signora dell'evoluzione» si basano su un nuovo dialogo fra la vecchia tavola periodica degli elementi e le lettere in cui è scritto il codice della vita. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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