Cos’è il «Piano per l'energia e il clima» dell’Italia e cosa prevede

Il Pniec è stato presentato all’Unione europea: prevista una specifica sezione dedicata alla Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile
Impienti eolici - © www.giornaledibrescia.it
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Le rinnovabili in Italia raggiungeranno una potenza di 131 gigawatt nel 2030 e rappresenteranno il 39,4% del totale partendo dal 19% rilevato nel 2022 e le emissioni e gli assorbimenti del gas serra supereranno gli obiettivi previsti dalle regole europee di Fit For 55.

Sono due degli obiettivi contenuti nell'aggiornamento del Piano per l'energia e il clima (Pniec) che l'Italia ha presentato a Bruxelles e che per la prima volta prevede una specifica sezione dedicata ai lavori della Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile: si ipotizza un'integrazione con le rinnovabili che da sola potrebbe rappresentare, nel 2050, l'11% dell'energia prodotta con una possibile proiezione al 22%.

Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin - © www.giornaledibrescia.it
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin - © www.giornaledibrescia.it

«È uno strumento programmatorio che traccia con grande pragmatismo la nostra strada energetica e climatica, superando approcci velleitari del passato», sostiene il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che sottolinea in particolare «lo scenario sull'energia nucleare, sia da fissione nel medio termine (a partire dal 2035) che da fusione (a ridosso del 2050), che ci fa guardare avanti a un futuro possibile».

Fusione

Per la fusione nucleare i tempi non sono certo brevi. Ma proprio a Cadarache, l'impianto al centro del progetto Iter, si registra un passo completo. La consegna di diciotto supermagneti ad alta capacità di conduzione, dieci dei quali provengono da La Spezia dove la Asg Superconductors li ha realizzati. Le bobine sono alte ciascuna 17 metri e larghe 9 per un totale di 360 tonnellate di peso. Alla fine saranno in grado di produrre un campo magnetico 250mila volte più forte di quello della Terra.

Produzione energetica

Ma non ci sarà solo il nucleare. Il piano italiano guarda a tutti i settori di produzione energetica, anche ai combustibili rinnovabili come il biometano e l'idrogeno che insieme all'utilizzo di biocarburanti possono contribuire alla decabonizzazione del parco auto esistente. Nei vari capitoli ci sono poi la diffusione di auto elettriche, una riduzione del traffico, la cattura e stoccaggio di Co2 e l'elettrificazione dei consumi finali, con un crescente peso nel mix termico rinnovabile delle pompe di calore. L'area con performance più alte - viene spiegato - è quella delle fonti energetiche rinnovabili. I 131 gigawatt previsti al 2030 deriveranno per il 79,2% dal solare, il 28,1% dall'eolico, il 19,4% dall'idrico, 3,2% dalle bioenergie. Un gigawatt sarà di fonte geotermica. In totale la quota di energia da queste fonti sarà portata al 39,4% rispetto ai consumi finali lordi di energia. ma se si considerano i soli consumi finali del settore elettrico si raggiungerà il 63%.

L'idrogeno da rinnovabili, poi rappresenterà il 54% del totale dell'idrogeno usato nell'industria, rispetto allo zero rilevato nel 2022: un vero balzo. C'è poi l'assorbimento di gas: l'Italia prevede di superare l'obiettivo del Fit For 55 riguardante gli impianti industriali vincolati dalla normativa Ets, arrivando al -66% rispetto ai livelli del 2005 contro un obiettivo europeo di -62%.

Anche nei settori non-Ets (civile, trasporti e agricoltura) si registra un sostanziale miglioramento degli indicatori emissivi e per raggiungere i target europei ad oggi ancora troppo sfidanti sarà necessario profondere ulteriori energie: lo scenario di policy prevede un -40,6%, rispetto ad un tendenziale del 29,3% e un obiettivo Ue di -43,7%. Sul fronte della sicurezza energetica, si registra una netta riduzione della dipendenza da altri Paesi favorita dalle azioni di diversificazione dell'approvvigionamento e dall'avvenuta pianificazione di nuove infrastrutture e interconnessioni.

Mercato interno

Per quanto riguarda la dimensione del mercato interno dell'energia, si prevede di potenziare le interconnessioni elettriche e il market coupling con gli altri Stati membri, nonché sviluppare nuove connessioni per il trasporto di gas rinnovabili, rafforzando il ruolo dell'Italia come hub energetico europeo e corridoio di approvvigionamento delle rinnovabili dell'area mediterranea.

Inoltre il Pniec dà priorità agli obbiettivi nazionali di ricerca, sviluppo e innovazione al fine di accelerare l'introduzione sul mercato di quelle tecnologie necessarie a centrare i target definiti dal Green Deal nonché rafforzare la competitività dell'industria nazionale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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