Cessione crediti e mercati esteri: il Sostegni Bis delude
Il dl Sostegni Bis delude le aspettative degli imprenditori ridimensionando i potenziamenti promessi nelle bozze attuative in tema di internazionalizzazione e cessione dei crediti. Vediamo cos’è cambiato.
Partiamo dal Piano Transizione 4.0 che sta contribuendo alla trasformazione digitale delle imprese italiane attraverso lo stanziamento di 24 miliardi di euro suddivisi tra le seguenti misure:
Beni strumentali non 4.0. L’aliquota sale dal 6% al 10% nel 2021, nel limite massimo dei costi ammissibili di 2 milioni di euro per i beni materiali e di un milione per i beni immateriali, per tornare al 6% nel 2022. Per i beni funzionali allo smart working, invece, l'aliquota aumenta fino al 15%.
Beni strumentali materiali. Qui si prevede, per il solo 2021, l’aliquota al 50% per spese inferiori a 2,5 milioni di euro e al 30% per spese superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro, per tornare ai livelli precedenti - rispettivamente 40% e 20% - nel 2022. Per spese superiori a 10 milioni di euro e fino a 20 milioni euro viene prevista, per entrambi gli anni, un’aliquota al 10%;
Beni strumentali immateriali. L’aliquota sale dal precedente 15% al 20%, sia nel 2021 che nel 2022, nel limite di costi ammissibili di un milione di euro.Ricerca, innovazione e design. L'aliquota sale dal 12% al 20% e il massimale del beneficio spettante da 3 a 4 milioni per le attività di R&S e dal 6% al 10% (fino al 15% per progetti di innovazione tecnologica legati alla transizione ecologica o innovazione digitale 4.0), con massimale da 1,5 a 2 milioni, per innovazione tecnologica e design.
Formazione 4.0. L'aliquota va al 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di 300mila euro per le piccole imprese e, rispettivamente, al 40% e al 30%, sempre nel limite massimo annuale di 250mila euro, per le medie imprese e per le grandi imprese. Nel decreto di conversione approdato alle Camere sono stati stralciati gli emendamenti relativi alla cessione dei crediti di imposta relativi agli investimenti in beni strumentali, 4.0 e tradizionali, ceduti a soggetti terzi, quali banche e intermediari finanziari.
Compensazione in tre anni. Resta invece confermata la possibilità di utilizzare i crediti di imposta esclusivamente in compensazione in tre quote annuali di pari importo a decorrere dall’anno di entrata in funzione per gli investimenti in beni strumentali non 4.0 e a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione per i beni strumentali materiali e immateriali 4.0, con l’eccezione degli investimenti non 4.0 effettuati a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021 da soggetti con ricavi o compensi minori di 5 milioni di euro per cui è possibile l’utilizzo in compensazione in un’unica quota annuale; possibilità ora estesa anche in favore di soggetti con ricavi o compensi da 5 milioni in su.
Novità per Simest. Novità anche per il Fondo 394/81 di Simest utilizzato per coadiuvare le imprese in tutte le fasi di crescita sui mercati UE o extra UE, per investimenti relativi a: patrimonializzazione, partecipazione a fiere internazionali, mostre e missioni di sistema, inserimento in mercati esteri, Temporary Export Manager (TEM), E-Commerce, studi di fattibilità e programmi di assistenza tecnica.
Fondo perduto. Il dl ha previsto da un lato l’iniezione di nuova liquidità e dall'altro una riduzione della quota a fondo perduto promessa. Aumenta la dotazione del fondo di 1,6 miliardi di cui 1,2 miliardi destinati direttamente al Fondo 394/81 e i restanti 400 milioni al Fondo per la promozione integrata che, tra le varie linee di intervento, assicura la quota a fondo perduto proprio dei finanziamenti erogati dalla misura 394.
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