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C'era una volta la stampante 3D. Oggi è come tornio e pressa

Solo pochi anni fa sembrano strumenti avveniristici. Ora in molte aziende sono parte integrante della produzione: i casi di Ivar e Cembre
Le aziende italiane mediamente sono caute nell’acquistare e sperimentare una stampante 3D - © www.giornaledibrescia.it
Le aziende italiane mediamente sono caute nell’acquistare e sperimentare una stampante 3D - © www.giornaledibrescia.it
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Se volete un esempio di come il mondo corra ad una velocità doppia o tripla rispetto a qualche tempo fa, fate una mini riflessione sulle stampanti 3D. Solo sei o sette anni fa apparivano poco più di una eccentricità, come delle macchine pionieristiche se non fantascientifiche, qualcosa che sì, forse, prima o poi arriveranno, ma hai voglia... E invece.

Invece capita che sono non solo arrivate, ma che stanno ormai entrando a pieno titolo nelle aziende e non più e non solo per quella funzione cui classicamente venivano assegnate (la prototipazione) ma ormai vengono correntemente usate per piccoli e medi lotti e - in qualche caso - semplicemente e straordinariamente vengono messe in batteria esattamente come accaduto un bel po’ di anni fa con le macchine a controllo numerico. Un segnale inequivoco dell’interesse per la stampa additiva lo si è avuto in questi giorni dove due aziende - la Ivar di Prevalle e la Cembre di Brescia - hanno ospitato un incontro dimostrativo su come loro usano le stampanti 3D. Due iniziative con il pieno di pubblico, diciamo così, professionale: fatto di tecnici, responsabili di produzione, presidenti e ad di grandi gruppi.

La Ivar di Prevalle - © www.giornaledibrescia.it
La Ivar di Prevalle - © www.giornaledibrescia.it

Il caso Ivar. Un milione e mezzo in impianti e tecnologie, 900mila euro in ricerca e sviluppo e un fatturato che per il gruppo segna 155 milioni. Sono alcuni dei numeri del 2018 della Ivar di Prevalle (sistemi di riscaldamento e impianti sanitari). Un mercato più che maturo, ma che guarda decisamente al futuro, quello del gruppo che conta oltre 400 collaboratori. Ancora: 200mila euro di investimenti in formazione perché, come dice Paolo Bertolotti, a.d.e direttore operation, «se non spieghi ai clienti cosa stai facendo è inutile farlo, perché non lo capiranno e non lo compreranno». Elmec 3D e HP. E così in Ivar hanno hanno installato un laboratorio 3D e, primi in Italia e terzi in Europa, ci hanno messo dentro una HP Jet Fusion 540 3D Printer, insomma una stampante 3D. «Si risparmia tempo, danaro, materiale, macchinari e quando progettiamo - è ancora Bertolotti a spiegarlo - possiamo fare diversi modelli dello stesso pezzo fino a che non siamo soddisfatti». La stampante lavora di notte, niente tempo rubato ad altri lavori e nessun bisogno di controllare passo passo, fa tutta da sola. Lo hanno spiegato quelli della Ivar e i tecnici di Elmec 3D (business unit di Elmec Informatica che fornisce consulenza e tecnologie per integrare al meglio la stampa 3D nei sistemi di produzione) agli imprenditori bresciani arrivati nell'azienda di Prevalle. Tra voxel (volumetric picture element), che misura il volume, spessori, si arriva a strati sottili fino a 80 micron, porosità, estremamente bassa, tolleranze, iperammortamento e via e via le domande non sono mancate. 

Cembre: 120mila mq in via Serenissima - © www.giornaledibrescia.it
Cembre: 120mila mq in via Serenissima - © www.giornaledibrescia.it

In Cembre con InnexHub. E sempre la HP protagonista ieri mattina in Cembre in un incontro promosso con InnexHub, il consorzio fra le associazioni di categoria di Brescia-Mantova e Cremona, punto di riferimento per le tecnologie, di selezione dei consulenti e più in generale - come sottolineato da Marco Libretti, diretto InnexHub - di accompagnamento al processo di trasformazione 4.0. Nella sala di Cembre una sessantina di partecipanti con il direttore tecnico del gruppo bresciano a illustrare come e perchè in Cembre (connettori, utensili, pressacavi, macchine per siglatua e oer il settore ferroviario, oltre 600 addetti) sono arrivate le stampanti 3D non solo per realizzare prototipi ma, anche, per piccoli lotti (500-600 pezzi): flessibilità di progettazione, innovazione di prodotto, riduzione dei vincoli di processo. Tre buone ragioni, dicono in Cembre, per utilizzare stampanti 3D, cui ne andrebbe aggiunta una quarta, fondamentale: con la stampa 3D la complessità è gratis. Le nuove stampanti hanno ormai superato uno dei limiti originari (la relativa lentezza), i costi si stanno abbassando, si allarga l’uso di nuovi materiali, si inventano, giorno dopo giorno, nuovi ambiti d’intervento (il business della ricambistica, ad esempio, si sta indirizzando significativamente in questa direzione). A fine incontro profluvio di domande.

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