Carroponte a chi? La old economy della Vinati sale sull’Airbus
Piccola e sorprendente. La Vinati srl non è un’azienda sconosciuta alla nostra cronaca pur producendo un prodotto - i carriponte - che, in tutta franchezza, non si può dire siano fra i prodotti più attrattivi che il mondo può offrire: c’è qualcosa di più old, di più vecchio, di un carroponte? C’è da un secolo e praticamente è (ma solo ad uno sguardo superficiale) immutato.
Ma, guardandoci dentro bene, Samuele Vinati e famiglia negli anni passati hanno, ad esempio, brevettato il carroponte col gancio che non oscilla. Poca roba, si potrà obiettare, è invece no, dice chi s’intende. Per chi movimenta prodotti pesanti (si va da pochi quinatli a 240 tonnellate) avere un gancio che se ne sta fermo significa guadagnare tempo e avere meno problemi di sicurezza. Al tempo del brevetto se ne parlò e il mercato apprezzò l’innovazione di questo dispositivo antipendolamento che ha dentro un accellerometro triassiale e un giroscopio.
Chi pensa non ci sia spazio per innovare vecchi prodotti è servito. 5 milioni di fatturato. Ma c’è altro. Ed è la ragione per cui alla Vinati di Nave ci si va accompagnati da Andrea Pasotti del Csmt. Ed è una ragione che è in qualche modo utile sapere perchè ad un tempo dice di quanto un’azienda pur piccola (la Vinati ha 30 addetti e 5 milioni di fatturato) può non solo presidiare una nicchia (quella dei carriponte) ma anche allargarla e magari ampliarsi su prodotti consimili sfruttando l’esperienza che deriva dal sapere lavorare il ferro per fare carpenteria pesante. In questi giorni, ad esempio, la Vinati ha portato una sua struttura nel maxi stabilimento francese di Airbus, il consorzio aeronautico europeo dove verrà utilizzata per assemblare alcune parti di un aereo. Il magazzino automatico.
L’intervento del Csmt spiega poi una seconda ragione che può esser utile anche alle altre aziende. Ed è un po’ la storia di oggi. La Vinati si è trovata a dover gestire una commessa per realizzare la struttura di un magazzino automatizzato per un’azienda che produce barre e tubi. Un magazzino automatizzato già di suo è complicato, se poi deve gestire e spostare pezzi che arrivano fino a 10 quintali il problema si complica ulteriormente. Simulate gente, simulate. Ora, sulla carta e con i ragionamenti il progetto redatto stava in piedi. Ma considerando l’entità e la delicatezza della commessa, Samuele Vinati voleva qualche conferma aggiuntiva.
E qui entrano in campo il Csmt e Andrea Pasotti che qui accanto precisa quanto fatto. La sostanza è questa: serviva un software di simulazione, qualcosa e qualcuno che su un programma disegnasse e valutasse le variabili in campo e ne facesse vedere i diversi possibili effetti: «Serviva qualcosa - precisa Andrea Pasotti - che validasse un impianto complesso». Ed è quello che è stato fatto. Ed è quello - per chiudere - che il Csmt può fare per chi ne avesse necessità.
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