Brescia, il destino è segnato da alcuni numeri
Ha fatto bene il nostro giornale ad avviare la pubblicazione della ricerca BresciaRegeneration realizzata da Confindustria Brescia e da Prometeia con il supporto dell’università cittadina e che mette a confronto la nostra città con una serie di regioni europee ed italiane per capire, come usa dirsi, come siamo messi.
Il primo capitolo ha come tema il cosiddetto capitale umano e non siamo messi bene. Si esamina la demografia, il potenziale, il livello di istruzione. Undici regioni europee e nazionali esaminate con l’aggiunta di Brescia, per l’appunto. E quindi classifica a 12 e noi siamo 11esimi. Non siamo messi male quanto a demografia ma precipitiamo nella linea del «potenziale» (lavoro femminile e giovanile) e dell’istruzione. Le regioni tedesche trionfano, ma ai vertici ci sono anche, e fra le altre, la svedese Vastserige, la Catalogna, l’Alsazia.
E poi, sempre davanti a noi, ci sono l’Emilia e il Veneto (Treviso-Vicenza-Verona). E qui la cosa un po’ «brucia» ma soprattutto preoccupa. Siamo in fondo e con noi la Lombardia. E dentro questo quadro già scuro sorprende che per profili Stem (scienze, matematica, ingegneria) i laureati bresciani siano il 28% a fronte del 43% del Veneto e del 34% dell’Emilia.Non siamo attrattivi: da fuori provincia arriva il 24% degli iscritti, a Bergamo sono il 43%, a Modena-Reggio il 40%, a Verona il 53%. Serve urgentemente un progetto per Brescia e la nostra università. Ancora cinque anni così e il declino è una certezza.
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