Banca Valsabbina crede nella blockchain: cresce la partecipazione in Sandbox
Anche le realtà dei territori locali investono e credono nell'evoluzione delle tecnologie emergenti. Banca Valsabbina, in particolare, nella tecnologia blockchain, come dimostra l'incremento di investimento in Sandbox, fintech milanese che ha sviluppato la piattaforma Fleap, basta su tecnologia blockchain, per la gestione e la governance societaria (convocazione assemblee, gestione dei voti, comunicazioni ai soci e tra soci, scambio di quote o azioni, digitalizzazione di strumenti finanziari e più in generale emissione e scambi di asset digitali di natura finanziaria, archiviazione digitale dei documenti societari e conservazione dei libri), garantendo la tracciabilità e la sicurezza dei dati.ì
La notizia era passata un po' inosservata, forse perché arrivata in piena estate e su un ambito, quella legato alla tecnologia blockchain, ancora poco conosciuto da moltissime realtà imprenditoriali del territorio bresciano (e non solo).
Di fatto, lo scorso agosto l'istituto bresciano ha perfezionato l'accordo finalizzato ad incrementare la propria partecipazione dal 27% al 32% circa in Sandbox, tramite il ritiro di ulteriori quote sul mercato secondario. L'operazione, che rappresenta una seconda fase rispetto a quanto perfezionato già nel mese di aprile di quest'anno, è funzionale a razionalizzare ulteriormente la compagine societaria anche in considerazione del possibile ingresso di ulteriori soci, strategici per lo sviluppo dell'iniziativa.
«L'incremento dell'investimento rientra nell'ambito di un'articolata strategia» sostiene Hermes Bianchetti, responsabile Divisione Business di Banca Valsabbina. «Con questa operazione perfezioniamo la seconda fase dell'investimento in Sandbox, confermando che la Banca crede nell'iniziativa ed in una realtà che vuole utilizzare le nuove tecnologie a servizio di un percorso di innovazione dei processi industriali o finanziari e della trasformazione digitale delle imprese».
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Cos'è la blockchain
Tra le numerose tecnologie emergenti, la blockchain in Italia è forse quella meno percepita e compresa dalle imprese che ancora faticano a comprenderne il potenziale. Nata come base tecnologica attraverso la quale creare e gestire i bitcoin, prima, e le criptovalute in seguito, la blockchain può essere definita in modo semplice come una struttura di dati condivisa e immutabile (da queste prima due caratteristiche si comprendere cosa significa, nella piattaforma Fleap, tracciabilità e sicurezza dei dati nei processi di gestione societaria).
La blockchain si presenta come un registro digitale distribuito (più noto come DLT - Distributed Ledger Technology) le cui voci sono raggruppate in blocchi, concatenati in ordine cronologico, la cui integrità è assicurata da sistemi di protezione che sfruttano la crittografia. Normalmente, ciò che viene inserito nel registro digitale, una volta «scritto» (una volta cioè inserito un blocco nella blockchain) non è più né modificabile né eliminabile.
Un registro digitale distribuito
L'investimento di Banca Valsabbina in Sandbox può essere letto come un passo importante per la diffusione delle soluzioni tecnologiche basate su blockchain, come la piattaforma Fleap, all'interno delle aziende italiane o degli studi professionali, come quelli dei commercialisti, che si occupano di pratiche societarie.
Il connubio blockchain-gestione societaria messo in opera da Fleap ha dato vita, lo scorso maggio, alla prima operazione di compravendita di azioni di una società non quotata in Borsa, attiva nell'ambito delle scienze della vita. In quell'operazione, la prima in Europa con tecnologia blockchain, sia la gestione dei diritti di prelazione, sia la validazione dell'intero procedimento di vendita sono state eseguite direttamente su questa tecnologia.
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