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Automazioni Industriali, il robot da Nave alla fabbrica

Vendite 2020 in aumento del 20% grazie alla ricetta che punta ad innovare e fidelizzare la clientela
Il team di Automazioni Industriali con al centro Giuliano Baglioni
Il team di Automazioni Industriali con al centro Giuliano Baglioni
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L’Italia s'è desta? A giudicare da alcuni segnali si potrebbe cominciare a pensarlo. Come spesso succede, per trovare questi segni tracciati nell’economia nostrana oltre che nei numeri bisogna guardare proprio all’interno delle singole realtà produttive.

E che il vento stia veramente cambiando a confermarlo è in primis Automazioni Industriali. L’azienda di Nave, specializzata nell’automazione industriale, negli impianti robotizzati e di asservimento e nelle presse elettriche, ha al termine del 2020 fatto registrare un +20% in termini di vendite. E se già di per sè una crescita nell’anno del Covid sia una notizia, la spiegazione che giustifica tale aumento rende chiaro che in Italia ci sia fermento.

«A differenza di quanto successo negli anni post crisi, con l'export che ha trainato la ripresa, è stato principalmente il mercato interno a farci ottenere questo risultato - spiega il presidente Giuliano Baglioni -. Le aziende italiane, comprese le pmi, stanno riportando in patria molte produzioni che prima venivano fatte all'estero per questioni di minor costi». Con il Covid il prezzo dei trasporti è schizzato alle stelle e perciò sempre più imprese hanno optato per un’implementazione dei propri impianti, puntando, anche grazie agli incentivi fiscali, sull’automazione. «Il 2021 è partito anche meglio - aggiunge il direttore vendite Giovanni Giovi -, con più di 50 commesse già ottenute (250 i clienti nel portafoglio dell’azienda di Nave ndr), tra automazione e presse, pari ad almeno 9 mesi di lavoro».

E nel coraggioso nuovo mondo plasmato dalla pandemia un gioco di primissimo piano lo gioca, manco a dirlo, il digitale. «Tramite smart working abbiamo concluso tante importanti vendite - conferma Giovi -, entrando anche in mercati prima ad oggi mai raggiunti come Danimarca e Giappone (A.I. è presente con i propri impianti in 23 Paesi ndr). Un successo non certo dovuto al caso ma frutto sia di una reputazione costruita negli anni, «tanto che la fidelizzazione supera il 70%» conferma il sales director, sia di un’attenta e costante volontà di formazione del team, che attualmente è formato da 80 persone «ma che è destinato a crescere ulteriormente» spiega Baglioni. Perché il 2021 si annuncia un anno ricco di impegni per Automazioni Industriali.

«Noi stessi abbiamo in programma un ampliamento dell’officina lavorazioni meccaniche, con l'acquisto di tre nuovi centri di lavoro» spiega il presidente. Sul fronte delle vendite dovrebbe confermarsi la «fame» italiana di automazione «ma ci aspettiamo anche una crescita della domanda estera - rimarca Giovi -. Le tecnologie Made in Brescia nel settore meccanico sono infatti molte conosciute e apprezzate fuori dai confini italiani». Intelligenza artificiale. In ballo per A.I. ci sono poi numerosi progetti volti a ad implementare ulteriormente la portata digitale e innovativa dei prodotti offerti. Se infatti oltre l’80% degli impianti venduti prevedeva già la presenza del sistema di intelligenza artificiale Drs (drive robot system), questo è destinato a fare un passo avanti grazie alla collaborazione con un centro universitario. L’aver sfruttato appieno le potenzialità del digitale e aver trasformato in opportunità lo smart working sono segni caratteristici dell’azienda.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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