Al «camp» di nanochimica arriva il Premio Nobel che scoprì il grafene
Prende il via la prima edizione di Nanochemistry Camp, la Summer school in Fisica e Chimica promossa dall’istituto I.s.e.o. e dall’Università degli Studi di Brescia.
A Iseo sabato 21 settembre sono arrivati 30 ricercatori provenienti da 12 Paesi (Argentina, Cina, India, Iran, Irlanda, Italia, Messico, Pakistan, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia, Yemen) e 18 università: si tratta di dottorandi di ricerca laureati in Fisica, Chimica e Ingegneria, giunti per prendere parte alla scuola che, fra i relatori, annovera alcuni fra gli scienziati più noti su scala internazionale.
I docenti
A partire da Andre Geim, fisico sovietico naturalizzato olandese, vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 2010: Geim, che oggi insegna all’Università di Manchester, è noto al grande pubblico per aver scoperto il grafene, scoperta che gli è valsa l’illustre premio conferito dall’Accademia reale svedese. Lo scienziato terrà agli studenti del Nanochemistry Camp un’attesissima lezione intitolata «Wonder Materials».
Insieme a lui, insegneranno al corso anche Edman Tsang (Oxford University) e Paul Dyson (École Polytechnique Fédérale de Lausanne) con due lezioni sulle prospettive dei nanomateriali nella chimica sostenibile, Roberta Sessoli (Laboratory of Molecular Magnetism - Università di Firenze) che parlerà dei nanomateriali nello sviluppo dei computer quantistici, Sijbren Otto (University of Groningen) che terrà agli studenti una lezione dedicata alla nanochimica alla base della biologia sintetica, seguito da Francoise Brochard Wyart (Curie Institute - Sorbonne University) che approfondirà l’interazione fra nanomateriali sintetici e organismi viventi e, infine, Katharina Landfester (Max Planck Institute) con un intervento sull’uso dei nanomateriali in campo biomedico.
I direttori del Nanochemistry Camp sono Paolo Bergese e Laura Eleonora Depero, entrambi docenti all’Università degli Studi di Brescia, il segretario scientifico è Andrea Zendrini, Università degli Studi di Brescia, mentre la segreteria organizzativa è curata da Sara Venchiarutti, responsabile dell’istituto.
Laura Eleonora Depero e Paolo Bergese: «Perché un corso sulla nanochimica? Perché rappresenta l'avanguardia della scienza, permettendo di manipolare e comprendere i materiali a livello atomico e molecolare. Questo campo emergente ha il potenziale per trasformare profondamente settori come l'economia, la medicina, l'energia, la produzione di materiali e l'elettronica. Siamo particolarmente orgogliosi di aver portato qui, nel Bresciano, alcuni dei maggiori esperti del settore per la prima edizione della nostra Summer School, un risultato che consideriamo un grande successo».
Riccardo Venchiarutti, presidente dell’Istituto I.s.e.o.: «Era da tempo che il nostro istituto cullava il sogno di replicare il successo della sua international Summer school in Economics organizzando corsi estivi per ricercatori laureati nelle altre discipline per cui viene assegnato il Nobel. Di concerto e su spinta dell’Università di Brescia, con cui la collaborazione è ormai sempre più preziosa, abbiamo deciso quindi di proporre una Summer school in Fisica e Chimica. La speranza è che questa scuola decolli e abbia lunga vita, aprendo la scia ad altri corsi in ulteriori discipline: un percorso che farebbe di Iseo un polo sempre più attrattivo non solo dal punto di vista turistico ma anche culturale».
La storia dell’I.s.e.o.
L’istituto I.s.e.o., fondato nel 1998 dal premio Nobel per l’Economia Franco Modigliani e oggi presieduto dal premio per l’Economia Nobel Michael Spence (presidente onorario), ha sin qui promosso oltre 60 convegni internazionali con circa 14mila persone fra il pubblico, e 20 edizioni della sua Summer School in Economia, a cui hanno preso parte 1.400 postgraduate students provenienti da 173 Paesi e 483 Università. Fra i relatori delle iniziative targate I.S.E.O, oltre 40 Premi Nobel per l’Economia, la Fisica, la Chimica, la Pace.
Per una precisa scelta degli organizzatori, il Nanochemistry Camp si svolge in un campeggio fronte lago - il Campeggio del Sole, ad Iseo: una scelta che vuole rimarcare l’atmosfera informale del corso, così come il forte radicamento sul territorio lacustre. Il programma della scuola, che termina il 28 settembre, prevede lezioni, attività di team building e numerose occasioni di scoperta del territorio, fra cui un’escursione a Monte Isola, una visita guidata alla città di Brescia (in collaborazione con Visit Brescia) seguita dalla partecipazione alla Notte dei Ricercatori promossa dagli atenei e centri di cultura bresciani e, infine, una tappa in Franciacorta per la cena di gala ospitata dalla cantina Guido Berlucchi.
I partecipanti al Nanochemistry Camp prenderanno parte anche ad una poster session: i corsisti presenteranno infatti il loro progetto di ricerca davanti all’intero gruppo di studenti e relatori, con l’assegnazione da parte di una commissione ad hoc dei due riconoscimenti «Fondazione Alessandra Bono best poster award».
Durante la settimana, l’istituto e l’Università di Brescia apriranno le porte del corso a tutto il pubblico interessato organizzando un appuntamento per i non addetti ai lavori. Mercoledì 25 settembre (h 18.30, Cantine Guido Berlucchi di Corte Franca, prenotazione posti su www.istiseo.org) il prof. Paolo Bergese, docente Unibs e già visiting professor dell’Mit, terrà infatti una lezione pubblica intitolata «I colori dell’invisibile».
Una lezione che porterà i partecipanti in un viaggio affascinante all’interno del mondo, segreto ai più, della nanochimica. Se una «Sarneghera» incantata irrompesse nelle nostre vite e riducesse tutto a dimensioni nanometriche, i nostri dintorni sarebbero infatti incredibilmente colorati e ogni cosa sarebbe stravolta. L’incontro racconterà la realtà affascinante e sconvolgente della nanochimica, e il suo impatto sulla nostra vita di ogni giorno: sulla (nostra) salute, sull’economia, sulla tecnologia (pure quella che ci portiamo in tasca), e sulla sostenibilità.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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