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Drenaggio sifonico delle acque piovane, un nuovo passo avanti

La Redazione Web
Il drenaggio e il recupero delle acque meteoriche è un tema di grande attualità e interesse
Drenaggio sifonico Valsir, un render
Drenaggio sifonico Valsir, un render
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Quello del drenaggio e del recupero delle acque meteoriche rimane un tema di grande attualità e interesse, cerchiamo per questo di comprendere il funzionamento della soluzione proposta da Valsir, ovvero il sistema Rainplus.

L’impianto

Si tratta di un tipo di impianto che, installato sui tetti di edifici di medie e grandi dimensioni, sfrutta l'altezza del fabbricato come forza motrice e permette di raggiungere elevate velocità di deflusso. In questo modo si massimizza l'efficienza del drenaggio, facilitando il recupero e il riutilizzo dell'acqua raccolta.

Come funziona il sistema

La principale differenza tra un sistema convenzionale e il sistema sifonico Rainplus è costituita da speciali captatori di raccolta – realizzati in conformità alla normativa En 1253 – che, collegati a tubazioni di polietilene ad alta densità, permettono di trasportare agevolmente portate d'acqua molto elevate verso l'esterno dell'edificio e, se necessario, di indirizzarla verso vasche di raccolta per poterla recuperare e recuperare riutilizzare.

I captatori sono dotati di un piattello antivortice che ha lo scopo di evitare l'ingresso d'aria all'interno delle condotte, facendo sì che, ad alte intensità pluviometriche, queste lavorino a sezione completamente piena. Quando le tubazioni si riempiono completamente d'acqua, ha luogo il fenomeno idraulico noto come «effetto sifone», che genera pressioni negative all'interno delle condotte: questa depressione è la forza motrice del sistema, che permette di trasportare portate d'acqua notevolissime con tubazioni di diametro contenuto, senza necessità di pendenze per le condotte orizzontali.

Rainplus funziona con un numero di captatori inferiore a quello di un sistema tradizionale, dato che questi sono in grado di gestire aree e portate molto superiori a quelle di un normale bocchettone di scarico, ossia fino a 65 l/s.

I nuovi sistemi Valsir
I nuovi sistemi Valsir

Le novità di Valsir

Valsir ha recentemente sviluppato due nuovi modelli di captatore, Rainplus 110-S e Rainplus 56-S, che rendono ancora più performante il sistema e introducono alcune novità in termini di materiali.

Per cominciare, il corpo del captatore viene ora realizzato in acciaio Inox anziché in alluminio, per una resistenza ancora più elevata alla corrosione e agli agenti atmosferici, anche negli ambienti più difficili come quelli costieri. Il piattello antivortice, per lo stesso motivo, è ora in polipropilene caricato da grandi quantità di fibra di vetro e additivi anti Uv.

Rainplus 110-S, che si distingue per le performance di drenaggio più elevate grazie ad una superficie di captazione maggiore, è il modello che ha introdotto anche il maggior numero di novità in termini di gamma. 

Oggi è disponibile, oltre che con piastra da 320 mm per l'installazione in gronde metalliche, anche nella misura da 480 mm per le coperture piane impermeabilizzate (bitume, PVC, ecc.); entrambe le piastre sono disponibili con diverse lunghezze del tronchetto in Hdpe che permette di collegare i captatori alle tubazioni dell'impianto di drenaggio.

Anche Rainplus 56-S propone un nuovo coperchio in materiale plastico, lasciando pressoché invariato il resto della struttura del captatore. Questa modifica permette di aumentare le portate di drenaggio fino a 16 l/s.

I nuovi modelli ripropongono il «kit overflow», un sistema di emergenza applicabile ai captatori in grado di gestire anche intensità di pioggia straordinarie e improvvise semplicemente regolandone l'altezza.

Sono poi stati introdotti due kit completamente inediti: il primo è quello per la barriera al vapore, che trova la sua applicazione sulle coperture per tetti leggeri. È una soluzione nata nei Paesi dell'Europa centrale e settentrionale, che utilizza una lamiera grecata e un isolante termico installato a protezione della copertura impermeabilizzante. L'obiettivo del kit è impedire le infiltrazioni di condensa nell'edificio. Il secondo è un filtro apposito per le coperture verdi, che ha lo scopo di mantenere sgombra da terriccio e detriti l'area di installazione del captatore.

L'ultima novità, che interessa la procedura di installazione, riguarda lo staffaggio: Valsir ha introdotto un sistema costituito da speciali collari abbinati a una barra di supporto e relativi accessori, per resistere alle forze di contrazione ed espansione termica della rete di drenaggio e per ancorare facilmente e senza l'ausilio di attrezzature speciali gli elementi dell'impianto a soffitto.

Perché scegliere Rainplus

L'intensità delle precipitazioni su cui oggi si basa il progetto di un impianto meteorico è più che raddoppiata rispetto a solo una decina di anni fa. Per farsi un'idea dei cambiamenti avvenuti, mentre la maggior parte degli impianti realizzati fino a pochi anni fa sono dimensionati per un'intensità di pioggia inferiore ai 100 mm/h, oggi le rilevazioni metereologiche effettuate nel nostro Paese mostrano valori anche 10 volte superiori.

Se si opta per una soluzione tradizionale, è necessario adottare tubazioni dai diametri molto importanti per l'intero impianto, con conseguenti impatti sui costi e sugli spazi dedicati. Avere a disposizione un'alternativa che permette di soddisfare i requisiti di questo nuovo scenario climatico, salvaguardando spazi e costi, è evidentemente un'occasione imperdibile.

Il drenaggio sifonico, infatti, è adatto sia alle nuove costruzioni che ai contesti di ristrutturazione, integrazione o sostituzione di impianti esistenti. Nel primo caso, l'abbattimento dei costi sarà il fattore determinante. Se parliamo invece di ristrutturazione, costituisce un chiaro vantaggio l'ingombro particolarmente ridotto. Nel caso di ripristino di impianti esistenti, soprattutto quando si vogliano migliorarne le prestazioni, il sistema Rainplus permette di integrare o sostituire l'impianto senza interventi distruttivi, e soprattutto senza dover riprogettare interi ambienti del fabbricato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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